Legge stabilita, l’altolà di Bersani al governo: Non votiamo le norme sulla scuola

Giù le mani dagli insegnanti: è quanto ha sostanzialmente mandato a dire al governo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Il democratico, alle prese con un faccia a faccia particolarmente duro con Matteo Renzi in vista delle primarie, ha preso ieri carta e penna per vergare una nota in cui ha formalizzato le sue reticenze sulla legge di stabilità. Con particolare attenzione destinata al capitolo della scuola, che prevede un incremento di 6 ore di lavoro a settimana per gli insegnanti delle medie e delle superiori “in cambio” di 15 giorni di vacanze estive in più. Un “baratto” che – insieme ai tagli prefigurati – è considerato inaccettabile da Bersani, pronto a ingaggiare battaglia sull’argomento.

Norme da modificare – “Voglio dirlo con chiarezza: noi non saremo in grado di votare così come sono le norme sulla scuola“. Ad annunciarlo ieri, in una nota diffusa nel pomeriggio, è stato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, intenzionato ad alzare la voce sulle disposizioni previste dal governo nella nuova legge di stabilità. “Quelle sulla scuola – ha spiegato Bersani – sono norme al di fuori di ogni contesto di riflessione sull’organizzazione scolastica e finirebbero per dare un colpo ulteriore alla qualità dell’offerta formativa. Voglio credere che ciò sarà ben compreso dal governo – ha continuato il leader del Pd – Diversamente saremmo di fronte ad un problema davvero serio”.

Al fianco degli esodati – Non solo: Bersani ha annunciato l’intenzione di passare in rassegna tutti i capitoli del provvedimento. “In questi giorni – ha scritto – continueremo con i dipartimenti del Pd e con i gruppi parlamentari nell’approfondimento della legge di stabilità e discuteremo con altri gruppi di maggioranza cercando il massimo della convergenza. Nel rispetto dei saldi, chiediamo al governo di rendersi disponibile a modifiche significative. Noi metteremo attenzione alla questione fiscale, cercando una soluzione più equa e più adatta ad incoraggiare la domanda interna – ha precisato il democratico – e metteremo attenzione anche al tema ancora aperto degli esodati“.