Bersani: Le primarie fanno bene al Pd

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha tentato ieri di “sfiammare” i toni della campagna elettorale per le primarie di centrosinistra. Dopo le “bordate” del diretto competitor, Matteo Renzi – convinto di poter portare al 40% le “quotazioni” del partito e insolentito dalle nuove regole messe a punto dai garanti – il leader del Pd ha evidenziato l’importanza delle primarie, tradendo grande ottimismo sul possibile risultato finale.

Primarie di salute – “Le primarie non risolvono il problema del ricreare un rapporto sentimentale tra politica e cittadini, ma vanno in quella direzione. Prima c’è l’Italia, poi il Pd e infine i destini personali”. Lo ha  detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in un comizio elettorale a Brescia. “Le primarie fanno bene al Pd, sono tutta salute – ha ribadito il segretario – E se le facciamo bene, non ci ammazza più nessuno e voglio vedere chi poi viene a farci la lezione”. E a chi gli ha chiesto di avanzare un’ipotesi sul suo attuale  “posizionamento”: “Non voglio dare i numeri – ha risposto Bersani – ma mi sento in un’ottima posizione“.

Sondaggi favorevoli – In effetti, l’ultima rilevazione diffusa ieri da Ipr Marketing ha mostrato un Bersani al 41%, seguito da Matteo Renzi al 36%,  e da Nichi Vendola al 17%. Cifre che  sembrerebbero vaticinare la vittoria del segretario che – con ogni probabilità – giungerà al ballottaggio col “rottamatore”, confidando nei voti “lasciati in eredità” dal leader di Sel. Una prospettiva più che rosea, che lo ha incoraggiato a mostrare i muscoli di fronte alle lamentele sollevate da Renzi sulle regole delle primarie: “Non facciamo vittimismi gli ha mandato a dire Bersani – Le regole sono state votate all’unanimità dall’Assemblea di 800 delegati e sono una bella parola. Abbiamo derogato lo statuto per essere aperti, adesso – ha tagliato corto il democratico – occupiamoci di questo confronto civile”.