Tolleranza zero sui troppi pasticci perpetuati ai danni degli “esodati”. Sarebbe questo il principio a cui la commissione Lavoro riunitasi ieri alla Camera si sarebbe inspirata. Le cifre incerte sulla platea dei cosiddetti “esodati” (coloro che, in soldoni, non percepiscono né lo stipendio né la pensione) avrebbero spinto i deputati della commissione parlamentare a correre ai ripari, con un emendamento teso a garantire la copertura finanziaria per tutti. Una soluzione drastica, che prevede un’ulteriore tassazione sui più ricchi, che il governo ha già sconfessato.
Sgambetto ai Professori – La commissione Lavoro della Camera ha approvato ieri all’unanimità l’emendamento presentato per garantire la copertura finanziaria a tutti gli “esodati“. Una “mossa” che si traduce politicamente in un vero e proprio “sgambetto” al governo dei tecnici, fortemente stigmatizzato – nella persona del ministro competente Elsa Fornero – per l’incapacità di fare fronte a un’emergenza sociale diventata ormai improcrastinabile. I troppi pasticci sui numeri e le troppe promesse disattese avrebbero, infatti, spinto i membri della commissione a individuare una soluzione tempestiva. A pagare saranno, in pratica, i più ricchi: coloro che, con un reddito annuo superiore ai 150.000 euro, dovranno versare un contributo di solidarietà del 3%.
Contributo una tantum – Non solo: l’emendamento contempla anche un “paracadute”, nel caso in cui la misura indicata dovesse risultare insufficiente. In questo caso, infatti, verrebbero aumentate anche le accise delle sigarette. Il tutto al fine di far confluire sul fondo ad hoc predisposto dal governo (di 100 milioni di euro) tutte le risorse stanziate a favore degli “esodati”, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 9 miliardi di euro. “L’obiettivo – ha spiegato il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Silvano Moffa – è regolamentare e definire un fondo per gli esodati comprensivo dei finanziamenti già individuati con precedenti decreti, con lo stanziamento del fondo di 100 milioni di euro previsto nella legge di stabilità, e un’ulteriore somma individuabile sulla base di un contributo di solidarietà una tantum riguardante gli alti livelli di reddito e pensionistico nella quota parte in cui superano un determinato tetto”.
Cazzola contro – Unica voce fuori dal coro quella del pidiellino Giuliano Cazzola, che non ha partecipato al voto di ieri in commissione e ha, anzi, annunciato una controproposta: “Il mio emendamento gioca sui risparmi del fondo che certamente ci saranno – ha spiegato – vincolandoli alla salvaguardia degli esodati. Sarà poi un decreto del presidente del Consiglio a destinare questi risparmi, man mano che si presentano, a una serie di categorie”.