Ergastolo a Parolisi, che non si arrende:”Sono innocente”

Sono innocente. E’ una delle prime cose che ha detto, Salvatore Parolisi, quando il giudice Marisa Tommolini ha emesso la sentenza del processo per l’omicidio di Melania Rea. Una sentenza che più dura non poteva essere, l’ergastolo. Ma il caporal maggiore non sembra volersi arrendere, nonostante la giustizia italiana lo abbia considerato colpevole di omicidio. Parolisi, giudicato col rito abbreviato, si è infatti professato innocente e ha detto ai suoi avvocati, Biscotti e Gentile, di andare avanti. I due legali infatti impugneranno la sentenza, che non hanno voluto commentare. Il gup ha anche tolto la patria potestà al 34enne.

“Come famiglia ne usciamo comunque sconfitti”. E’ questo il commento del fratello di Melania, che per il giudice è stata uccisa da Parolisi con 35 coltellate. La famiglia della vittima riceverà anche una provvisionale di 500.000 euro da quest’ultimo, il quale dovrà versarne anche una di entità doppia, un milione di euro, alla figlia, la piccola Vittoria. La famiglia della bimba e di Melania chiede ora a Parolisi di ravvedersi e di parlare, di spiegare come ha fatto ad “uccidere la moglie e la mamma di sua figlia”, omicidio del quale, nonostante una sentenza durissima, il militare rifiuta l’attribuzione. La difficoltà di capire l’esatto svolgersi degli eventi, la storia con l’amante in caserma (Parolisi stesso ha ammesso di aver tradito Melania, negandone però l’omicidio) e l’impossibilità di capire a fondo alcuni comportamenti del militare hanno fatto balzare il caso sulle cronache nazionali.

Al caporale, giudicato assassino da una parte dell’opinione pubblica sulla spinta dell’onda emotiva ben prima della condanna di ieri, erano arrivate anche minacce di morte. La sentenza di ieri ha decretato la sua effettiva colpevolezza. E’ doveroso ricordare però come probabilmente l’espressione della Corte di ieri non risulterà definitiva, vista l’intenzione dei legali del caporale di procedere attraverso impugnazione.