L’ipotesi è stata avanzata dai servizi segreti tedeschi. Saad Al-Hilli, l’ingegnere inglese morto assieme a alla moglie e alla suocera il cinque settembre scorso nei pressi del lago di Chevaline, in Francia, nella strage in cui ha perso la vita anche un ciclista transalpino, potrebbe essere stato il vero obiettivo dell’attentato finito in tragedia. Questo a causa della sua presunta disponibilità ad accedere ad alcuni conti correnti deposistati a Ginevra. Quei conti sarebbero stati nella disponibilità di Saddam Hussein. Sui denaro di Ginevra poche settimane fa è nato un vero e proprio mistero. Si è infatti pensato che appartenessero al padre della vittima (deceduto precedentemente). Quei soldi, invece, secondo l’intelligence tedesca, che sta lavorando a stretto contatto con l’antiterrorismo francese, al quale ha passato tutte le informazioni, sarebbe stato nella disponibilità del defunto dittatore iracheno.
La strage sarebbe quindi stata compiuta da qualcuno di ancora sconosciuto, il quale avrebbe agito con l’obiettivo di riuscire ad accedere ad almeno una parte delle enormi fortune di Saddam Hussein, sparse in vari paesi del globo, tra cui appunto la Svizzera. Al-Hilli, a quanto riferiscono i servizi segreti tedeschi, citati dall’inglese Daily Telegraph, era già in lite con il fratello Kadhim, proprio a causa di alcuni conti correnti attivi in una banca di Ginevra. Sarebbe stato quest’ultimo, hanno ipotizzato gli agenti di Berlino, ad avere rapporti concreti con Saddam. A dire il vero Kadhim, a quanto risulta, l’Iraq lo ha abbandonato alla fine degli anni 70 del secolo scorso, dopo, sembra, aver litigato con Saddam.
Ma quel litigio potrebbe anche non essersi mai verificato realmente e il fratello della vittima di Chevaline potrebbe invece essere stato il contatto di Saddam per “esportare” all’estero ingenti somme di denaro. Una sorta di assicurazione in caso di destituzione. Saad Al-Hilli, potrebbe essere stato ucciso, assieme ai suoi parenti, perchè a conoscenza dell’attività del fratello. Non è però chiaro né se Kadhim fosse davvero un “tramite” di Saddam, né se Saad, presumendo la correttezza dell’ipotesi, fosse realmente a conoscenza dell’attività del fratello.