Da Casini a Renzi: Ignoriamo Berlusconi

Che il Cavaliere non voglia farsi da parte è faccenda ormai acclarata. Ma stando alle “bordate” pontificate ieri dai suoi avversari, un’inedita indifferenza potrebbe polverizzare il disegno di un suo rientro in campo costringendolo all’inglorioso congedo coatto.

Destinato alla solitudine – Da scafato politico qual è, Pier Ferdinando Casini, ha ieri chiamato a raccolta le telecamere nazionali per consegnare loro un commento  impietoso sulle ultime mosse del Cavaliere: “Se Berlusconi andrà dritto per questa strada si troverà solo – ha vaticinato il leader dell’Udc – C’è una grande parte di moderati, anche nel Pdl, che non è disposta a mettere a rischio la tenuta del Paese”. “Oggi sappiamo che la rotta non è quella indicata da Berlusconi – ha rincarato il centrista – E’ certamente un’altra e io mi auguro che tanti moderati, anche nel Pdl, facciano sentire la loro voce. Il silenzio è già eloquente“.

Recordman incontentabile – A dire la sua è stato anche Pier Luigi Bersani, ospite ieri del salotto televisivo di Massimo Giletti: “Sono preoccupato di questa posizione di Berlusconi perché di populismi ne abbiamo già avuto un bel po’ e il centrodestra su queste posizioni – ha spiegato il segretario del Pd – non farebbe bene al Paese”. “Berlusconi ha governato più di De Gasperi, ha il record – ha poi sottolineato il democratico – potrebbe accontentarsi”. Ma a consegnare il giudizio più irriverente è stato Matteo Renzi: “Ormai siamo alle candidature a fasi alternate – ha affondato il sindaco di Firenze – Berlusconi è più altalenante dello spread, un giorno si candida, uno no”. 

La strategia dell’indifferenza – “Dopo 18 anni il Paese ha diritto di parlare d’altro – ha continuato il “rottamatore” del Pd – Non credo che le posizione ultime di Berlusconi saranno decisive e determinanti. Lasciamo Berlusconi al centrodestra nelle proprie contraddizioni e noi proviamo a parlare di problemi del Paese. Se lo inseguiamo sbagliamo”. Come dire: ignoriamolo, il resto verrà da sé.