M5S, istruzioni per l’uso: il prontuario di Grillo ai giornalisti

“Le parole sono importanti”, strepitava allucinato un immenso Nanni Moretti dalle piscine di ‘Palombella rossa’ ormai anni orsono. E la devono pensare alla stessa maniera anche gli “appartenenti” (attenzione, come il buon Nanni ci insegna, ai termini utilizzati) al Movimento 5 Stelle.

Proprio all’indomani della definitiva consacrazione agli occhi dell’Italia intera, maturata nelleccellente risultato elettorale delle Regionali in Sicilia (M5S partito più votato con oltre 285.000 voti, 15 seggi conquistati all’ARS, l’outsider Cancelleri terzo dopo i colossi Crocetta e Musumeci) è arrivato nelle redazioni di tutti i giornali un ‘vademecum’ che spiega le parole da utilizzare per qualificare il Movimento.

La circolare, inviata dall’ufficio stampa della Lista civica 5 Stelle Milano, tratteggia indicazioni lessicali dai tratti talvolta inquietanti: dunque, l’M5S diventa “forza politica” e Grillo non ne è il leader bensì il “megafono”; gli eletti devono essere indicati come “portavoce” del Movimento, e guai a indicare gli adepti del comico genovese come “grillini”: termine scorretto e offensivo, “riduttivo e verticistico”.

Un passaggio del comunicato illustra il quid della questione: «Alla luce dell’enorme cambiamento proposto dal Movimento 5 stelle è necessario che il vocabolario di riferimento usato dai media sia coerente e corretto. Per questa ragione è indispensabile che tutti voi giornalisti, redattori, caporedattori e direttori poniate la massima attenzione ad evitare parole che non appartengono alla realtà del movimento».

Un «maneggiare con cautela» a cesura e saremmo stati di fronte a delle vere e proprie ‘istruzioni per l’uso’ del Movimento.
E c’è già, Libero nello specifico, chi parla di “leader”, “partito”, “dittatura” e “veline”: il MinCulPop 2.0 non spaventa Belpietro, pare.