La tromba d’aria che si è abbattutta sull’Ilva ha provocato 40 feriti, di cui 2 trasportati in ospedale. Tra loro anche 8 bambini, che fortunatamente hanno subìto solamente ferite di natura piuttosto lieve. Un “residuo” di tromba d’aria potrebbe ora colpire anche Bari, il sindaco della città ha esortato tutti i residenti a restare a casa. Nel video si nota chiaramente come una grossa tromba d’aria percorra gran parte della zona dell’Ilva, provocando danni giganteschi, ancora da quantificare. Una gru è caduta in mare ed un capannone è stato quasi totalmente distrutto. E’ l’ennesima mazzata per l’azienda e per le migliaia di operai, che già nelle ultime ore si sono visti arrivare la notizia di una probabile chiusura, in seguito alle decisioni di ieri della magistratura.
Ieri ipotesi decreto. Di mezzo ci si è messa anche la natura. Una tromba d’aria a Taranto (alcuni danni sono stati registrati anche nella vicina Statte) è cosa piuttosto rara. Il suo passaggio oltre ad aver provocato crolli e incendi nello stabilimento ha di riflesso bloccato la linea ferroviaria Bari-Taranto. I passeggeri sui treni sono stati costretti a proseguire il viaggio con un bus approntato appositamente. Ieri dopo l’annuncio della chiusura si è mosso il governo che ha ipotizzato un decreto atto a riaprire lo stabilimento, in quanto la chiusura dell’Ilva potenzialmente potrebbe svuotare gran parte della città di Taranto. L’Ilva infatti rappresenta, secondo quanto riportato dal sito dell’azienda, il 75% del Pil provinciale. A rischio oltre i 5000 operai, ci sono però anche tutti quelli delle aziende dell’indotto sparse sul territorio italiano, che Confindustria ha stimato essere circa dieci volte tanto.