Chiude The Daily, è stato il primo quotidiano per iPad

Dopo solo due anni Rupert Murdoch, il magnate a capo di News Corp., è costretto a chiudere il suo giocattolo per iPad. The Daily era nato nel 2011, quando l’arrivo dei tablet sul mercato aveva fatto credere subito che i problemi dell’editoria potessero essere risolti dalle nuove tavolette interattive. Questo era vero solo in parte, poiché i giornali che hanno approfittato di questa tecnologia hanno dovuto comunque fare leva sui mezzi più tradizionali per tentare la scalata, come il web, le versioni in pdf e i social network.

Imparare dagli errori – The Daily era improntato sulla strategia tipica della Apple: si mostrava in una veste all’avanguardia e accattivante e snobbava il mercato che avrebbe potuto lanciare i suoi articoli. Proponeva contenuti interattivi molto sofisticati, ma troppo macchinosi e spesso il download era lento e le interazioni bloccate. In breve quella di Murdoch si è rivelata una tattica debole, incapace di incentivare i lettori a borsare 99 centesimi la settimana o 39,99 dollari al mese, senza la possibilità di interagire con le piattaforme del web per ampliare la propria esperienza. Da qui l’inizio dei problemi. Dopo il taglio dei 120 addetti del giornale, quest’anno già si prevedevano 30 milioni di euro di perdite. Gli abbonati erano solo 100 mila, mentre veniva stimato che ne servissero almeno 5 volte tanti per raggiungere il pareggio di bilancio. Il massimo che la rivista poteva ottenere erano invece 250 mila lettori mensili.

La fine di The Daily – E adesso che cosa succederà? La rivista digitale non verrà più pubblicata entro due settimane, mentre le persone che lavorano nella redazione saranno migrate verso un altra testata di News Corp., nel New York Post. The Daily è stata la prima rivista ad essere pubblicata sull’iPad e considerando che in Italia dei circa 2 milioni di tablet in circolazione, metà sono prodotti dalla Apple, sarebbe potuto almeno essere lo strumento per un’ampia mossa pubblicitaria per l’azienda di Murdoch. Ma certamente non basterà a giustificare le perdite subite nel bilancio e i circa 1-2 milioni di dollari che dovranno essere risarciti agli abbonati che non potranno più ricevere il giornale. Dopo lo scandalo di News of the World questa è la seconda batosta per l’impero dell’imprenditore australiano, che ha già annunciato lo smembramento in due parti della suo società nel 2013.