Chiesa anglicana: sì ai vescovi gay dopo astinenza e pentimento

Potranno essere ordinati vescovi i prelati anglicani gay, persino chi ha contratto un’unione civile, ma dietro la promessa di osservare astinenza sessuale e pentirsi delle attività passate. Questo passo storico nelle concessioni della Chiesa Anglicana rappresenta un evento straordinario, destinato a sollevare dibattiti e ad allungare l’ombra della spaccatura. Si torna a parlare di vescovi e di gay nella Chiesa Anglicana. A oltre due anni dall’ok di Canterbury all’elezione alla carica di vescovo di prelati che si fossero dichiarati gay senza aver consumato il matrimonio, si fa un notevole passo avanti.

A Dicembre la House of Bishops, l’organo interno al Sinodo responsabile per gli insegnamenti della Chiesa, aveva già deliberato la cosa. Qualche giorno fa il documento era apparso su internet, ma il messaggio era stato posto in maniera criptica, nascosto dietro un testo lunghissimo e pomposo. La questione va avanti da anni, in particolare dal 2003, quando un prelato omosessuale fu ordinato vescovo di Reading e fu poi costretto a dimettersi tra le vivaci proteste dell’ala tradizionalista della Chiesa Anglicana.

Non si fa attendere la risposta dei conservatori evangelici anglicani, che hanno già reso nota la loro contrarietà rispetto ai fatti e minacciato che faranno sentire le proprie ragioni nel Sinodo. Non è da escludere, infatti, la possibilità che la questione passi sotto l’approvazione del Sinodo Generale, che potrebbe bocciare il provvedimento come già accaduto in Novembre sull’ordinazione delle donne vescovo. In tale occasione Rowan Williams, allora arcivescovo di Canterbury, aveva definito la questione “un fallimento sul quale la Chiesa è chiamata a riflettere”. Questa novità che sconvolge il mondo ecclesiastico anglicano potrebbe rappresentare un tentativo di dare un segnale di rinnovamento dopo la mancata conquista per le donne. Gli equilibri nella Chiesa Anglicana restano molto precari, come dimostrano le recenti discussioni sulla possibilità di celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso, possibilità esclusa nei territori di Inghilterra e Galles e attualmente al vaglio parlamentare.