Il pranzo dello scorso 3 gennaio con il segretario Pier Luigi Bersani non aveva lasciato spazio a dubbi: il “rottamatore” Matteo Renzi sarebbe presto tornato in pista per fornire il suo contributo alla caldissima campagna elettorale. Detto fatto: il sindaco di Firenze ha incontrato nei giorni scorsi la “pattuglia” dei probabili futuri parlamentari a lui vicini per approntare insieme a loro la strategia futura. Partendo, ovviamente, dalle battaglie da sostenere all’interno del Parlamento. E intervistato ieri da un’emittente radiofonica: “Berlusconi non va sottovalutato”, ha dichiarato Renzi, che ha rimarcato il suo atto di “fedeltà” al segretario Bersani.
Dopo la sovraesposizione mediatica delle primarie, il sindaco di Firenze aveva scelto di “eclissarsi” per un po’. Un ritiro, il suo, che aveva destato sospetti e delusioni e spinto analisti e commentatori ad avventurarsi nelle più acrobatiche congetture. Ma con l’anno nuovo il “rottamatore” è tornato sulla scena nazionale, intenzionato ad aiutare Pier Luigi Bersani. In che modo? Partecipando attivamente alla campagna elettorale e mettendosi a disposizione del partito, che gli avrebbe esplicitamente chiesto di apparire in tv, facendo leva sulle sue indiscusse capacità comunicative.
Intervistato ieri da Lady Radio: “La partita è aperta – ha osservato Matteo Renzi – Berlusconi è un osso duro da non sottovalutare. Conosciamo la sua determinazione. Nella campagna elettorale per le primarie lo dicevo: occhio a pensare di aver già vinto”. Quindi lo scherzoso riferimento all’allenatore di calcio, Giovanni Trapattoni: “Dobbiamo essere più trapattoniani in questo – ha insistito il primo cittadino di Firenze – non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Non basta: l’intervista alla radio ha permesso al “rottamatore” di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Da quando Berlusconi è tornato fuori – ha notato il democratico – si vede che andare a prendere i voti nell’altro campo non è poi così male”.
“Io resto una persona leale e seria – ha ripreso Renzi ai microfoni di Lady Radio – per me un partito non è un tram da cui si sale e scende in base all’utilità. Darò una mano in campagna elettorale – ha assicurato – ma Bersani dovrà lavorare”. E che una certa distanza col segretario continui ad esistere, lo dimostra il fatto che il “rottamatore” ha convocato, nei giorni scorsi, i 50 “renziani” che entreranno (con ogni probabilità) alla Camera e al Senato. Un incontro teso a fare il punto della situazione e a rinfocolare gli obiettivi posti nella campagna elettorale per le primarie. Il sindaco di Firenze avrebbe sostanzialmente detto ai “suoi” che è necessario ripartire, puntando tutto sulla possibilità di dibattere dalle aule del Parlamento. Nel nome di una “rottamazione” che Renzi avrebbe solo apparentemente accantonata, aspettando il momento opportuno per “riabilitarla”.