I giornali cinesi invadono l’Africa

Da mesi l’interesse della Cina si è spostato sul continente meno considerato del mondo per il suo potenziale economico, l’Africa. Mentre le banche e il governo di Pechino innaffiano la nuova “colonia” con fiumi di denaro, anche i giornali stanno cercando di infiltrarsi nella vita della popolazione.

Passaggio di testimone – Il ridimensionamento delle sedi dei maggiori giornali del mondo in Africa è stato forse provocato dalla crisi. E i cinesi hanno saputo approfittare del cambiamento, pianificando un accurato processo di sostituzione dei vecchi “colonizzatori”. Le aziende cinesi investono pesantemente nell’economia africana e il governo ha compreso che anche l’espansione mediatica è molto importante per accellerare il processo di infiltrazione. Così i giornali cinesi vengono ora stampati in numerosi paesi e il China Daily da un mese è presente in tutte le edicole di Nairobi, in Kenya. Nel 2011, invece, l’agenzia di stampa Xinhua aveva stretto un accordo con un operatore della rete mobile kenyota, per fornire le notizie sui telefoni e la China Central Television (CCTV) aveva incominciato a trasmettere su tutto il continente.

Notizie diverse – In poco tempo e con un investimento di 45 miliardi di yuan, pari a 7,2 miliardi di dollari, i media statali cinesi sono così riusciti a soppiantare i vecchi giornali in lingua inglese e in Kenya combattono con lo storico Daily Nation. Il punto è che agli africani piacciono le notizie cinesi, perché sono molto diverse da quelle occidentali, che mostrano solo i lati negativi del continente. Invece, i controllati del governo di Pechino, fanno scoprire al mondo un’Africa diversa, spesso esagerando anche la dose di miele nelle loro storie. Ma si tratta di un servizio più giusto, anche secondo Mary Harper, una giornalista che si trova da vent’anni come corrispondente in Africa. In questo modo i cinesi sperano di conquistare i cuori degli africani, che per loro rappresentano una grande fonte di ricchezza e sono uno dei maggiori investimenti per il futuro. Un’informazione più equa è ovviamente auspicabile, il problema è che i giornali cinesi sono spesso sottoposti ad una pesante censura e a trasmettere le direttive del governo. Inoltre la loro obiettività è contaminata da interessi economici che si stanno espandendo in tutto il mondo, anche in Italia. Basti pensare che nei primi 10 mesi del 2012 il volume del commercio tra Cina e i paesi africani è aumentato di un quinto rispetto all’anno precedente, attestandosi a 163,9 miliardi di dollari. E in Cina informazione ed economia vanno spesso di pari passo.