E’ intenzione di NewNotizie proporre lo sport più amato dagli italiani sotto una prospettiva non eccessivamente mainstream. Lo dimostriamo ogni settimana con ‘Novantesimo Rappuso’ e ancor più lo dimostreremo da oggi grazie alla neonata collaborazione con una delle pagine più amarcord (ma frattanto politically uncorrect) del web: ‘Tutti a trans con Nicolone Berti’. Non ce ne vogliano i trans, non ce ne voglia il buon Nicolone Berti (di cui sono fan da sempre): il taglio della pagina, come potrete notare, è assolutamente ironico e l’ironia è quella che farà da filo conduttore di questi pagelloni. Pagelloni che vi terranno in sospeso calcio degli anni ’90 (quando il mondo era un’arca e zemanlandia era il futuro) e la più stringente attualità calcistica, nella speranza possiate gradire il dissacrante mood di questa rubrica.
E nella speranza che questo sodalizio possa durare più dell’Amoruso – Vieri che gioia diede ai tifosi juventini durante una breve annata (certi che noi non cederemmo il nostro Vieri nemmeno risorgesse Jesus Gil y Gil e ci si presentasse dinnanzi col suo bel faccione), vi lascio al ‘Pagellone dell’ignoranza – Il top e flop più amarcord del web”, dedicato a Olanda-Italia.
R.D.V.
Partita soporifera che rimembra in molti aspetti un Vicenza – Reggiana stagione 96/97 solo con più spettatori, meno Viviani a centrocampo ma con un match nel match di qualità come Van Persie – Barzagli che ricorda quello tra Sandro Tovalieri e Domenico Di Carlo.
Olanda squadra giovane, un gruppo di ragazzi di bell’aspetto (tranne Robben e Kuyt) che fanno girare un sacco la palla e offrono un calcio veloce e spumeggiante, sotto la guida sapiente di quel volpone di Van Gaal.
Italia troppo macchinosa, con poca voglia di far bene; sembra che I ragazzi avessero già la testa al dopo partita organizzato dal Balo nei locali più malfamati di Amsterdam.
Il pareggio finale è frutto degli ottimi dieci minuti finali offerti dagli azzurri grazie soprattutto all’entrata in campo di Ranagade Osvaldo e di quel nanerottolo di Verratti, autore del gol che va a pareggiare quello messo a segno per gli Orange da Lens nel primo tempo.
TOP THREE
BRONZE – ROBBEN
Nonostante sia la prova vivente che gli olandesi non sono tutti belli, quando ha la palla tra I piedi è sempre uno spettacolo per gli occhi. Entra nel secondo tempo e fin da subito semina il panico nell’area azzurra. Gli capitano un paio di palle buone ma sfortunatamente per lui e per l’Olanda in entrambe le occasioni si ritrova il pallone sul destro, piede che Robben usa solo per salire sul bus e con cui probabilmente fa meno palleggi di Morris Carrozzieri ubriaco fradicio al Papete. Prova di qualità. Voto 7.
SILVER – OSVALDO
Nonostante la trepidazione pre partita per vedere all’ azione la coppia d’attacco El Sha – Balo, alla fine della fiera l’attaccante azzurro che crea più pericoli è proprio lui, il Bad Boy de noantri, il Ranagade dei poveri, Pablo Osvaldo. Allergico alle creste e ai modi da damerino, Osvaldo rappresenta la versione virile del centravanti post moderno. Pare che sorrida a guardare i suoi compagni entrare nel privè dell’Hollywood, mentre si allontana in sella alla sua Harley, bucando il tramonto sulle note di una qualsiasi cazzuta canzone country – rock. Nella notte di Amsterdam offre una prova di sostanza, lotta su ogni pallone e terrorizza i giovani difensori olandesi grazie ai suoi tatuaggi da scaricatore di porto. Voto 7,5.
GOLD – BUFFON
Passano gli anni ma il Gigi è sempre una certezza; utilizzando un termine da Youporn, potrei affermare con assoluta fermezza che Buffon è la milf per eccellenza. Stagione dopo stagione lui sembra farsi sempre più bravo e più hot, con quelle forcine da casalinga che gli tengono fermo il ciuffo. Nella notte di Amsterdam salva il risultato più e più volte, con parate che a confronto l’Uomo Ragno Zenga avrebbe fatto la figura di un De Sanctis qualsiasi. Voto 9.
FLOP DELLA SERATA – ABATE
Con quella faccia da bravo ragazzo di provincia avrebbe potuto fare il testimonial della Kinder Cereali oppure il pompiere e invece, ahimè, ha deciso di fare il calciatore. Dotato di uno scatto da centometrista e un ciuffo biondo da fare invidia al più tedesco dei tedeschi, Abate ha da sempre un piccolo problema con i cross. Pare che l’unico cross riuscitogli sia di qualche derby fa, quando scaraventò una palla a mille all’ora sulla testa di Pato, per la felicità della Milano rossonera. Da allora ogni suo cross finisce ovunque tranne che nelle vicinanze dei suoi compagni in area di rigore. Nell’amichevole con gli Orange ci offre l’ennesima prova del perché De Sciglio gli abbia rubato il posto da titolare in cinque minuti. In fase difensiva Robben lo salta in più di un occasione, ma questa è tutta un altra storia. Amante dei bei vestiti, Abate frega tutti dicendo che nel dopo partita sarebbe andato a dare un occhio alle vetrine. Torna cinque ore dopo, con tre kili in meno e un sorriso ebete sul viso che ricorda molto quello dei ragazzi della Bangbros.