Lega nel caos: Bossi boccia Maroni

Maroni Bossi

 

I rumors delle ultime ore raccontano di una riunione infuocata nella storica sede della Lega in via Bellerio nel corso della quale il segretario federale, Roberto Maroni, avrebbe annunciato la ferma intenzione di stringere ancora più la cinghia. Una “spending review” in salsa padana che però, stando ai resoconti dei beninformati, avrebbe colpito soprattutto l’ex leader Umberto Bossi.  Si favoleggia di una presunta “paghetta” (alias di un introito) che il Senatur percepirebbe mensilmente dal movimento e che, per decisione di Maroni, potrebbe adesso essere fortemente ridimensionata, se non del tutto sospesa. In molti giurano che si tratta dell’ennesima “panzana” confezionata dai giornalisti, ma da qualche giorno l’aria nelle stanze di via Bellerio sembra essere davvero irrespirabile. Anche a causa di un’intervista che Umberto Bossi ha rilasciato al Fatto Quotidiano.

“Devo ricostruire la Lega, l’hanno distruttaOra posso e devo pensare alla Lega, me lo chiedono tutti. Aspetto il Congresso, mi candiderò prima che non ne rimanga più nulla”. Le parole consegnate due giorni fa da Umberto Bossi al giornale diretto da Antonio Padellaro suonano come una vera e propria dichiarazione di guerra. Che chiama in causa il nuovo segretario federale del Carroccio, pesantemente “bersagliato” dal padre nobile della Lega. “Maroni ha trasformato i nostri ideali in burocrazia – si è lamentato Bossi – non puoi collegare un progetto politico solo alle poltrone. E poi l’idea delle Regioni del Nord è bella, certo, ma come si fa?”.

“Maroni ha troppe poltrone e si dimentica delle cose – ha rincarato il Senatur – Io la base non l’ho mai abbandonata. C’è ancora tutta e aspetta che torniamo a essere la loro Lega. Il voto nei Comuni ha confermato che Maroni ha allontanato moltissimi nostri elettori – ha insistito Bossi – Sono stati lasciati senza punti di riferimento, non hanno ricevuto spiegazioni dei cambiamenti e sono lì ancora a chiedersi cosa è successo”.  Fino al parallelo che ha probabilmente procurato maggior fastidio al nuovo reggente del Carroccio: “I grillini sono come Maroni – ha affondato Bossi – senza sostanza, senza ideali, senza un progetto forte e vero”.