“Il governo, la maggioranza, ciò che stiamo facendo è legato a uno stato di eccezione“: ospite ieri del salotto televisivo di Lilli Gruber su La7, il premier Enrico Letta è tornato a marcare l’accento sulla “straordinarietà” della sua squadra di governo. Una squadra reclutata per fornire un “servizio” al Paese in un periodo particolarmente critico, che ha reso inevitabile la “coabitazione” tra coalizioni da sempre distanti tra loro.
Ma all’idea che le “larghe intese” possano cancellare anni di sbandierata ostilità, il presidente del Consiglio sembra crederci poco: “Siamo alternativi e lo restiamo – ha spiegato riferendosi alla collaborazione col Pdl – Se faremo un buon lavoro, la democrazia italiana tornerà ad essere una buona democrazia”. “Rimane la differenza molto forte e marcata – ha insistito Letta – ma questo lavoro comune che stiamo facendo è utile per ridare praticabilità al campo”.
E tra i nodi da sciogliere in fretta, il premier ha indicato (ancora una volta) il lavoro. “Il 14 giugno a Roma – ha ricordato – ci incontreremo per rilanciare il lavoro dei giovani con i governi tedesco, francese e spagnolo perché il vertice Ue di giugno possa aumentare l’occupazione per i giovani. A Roma metteremo a posto le proposte – ha spiegato Letta – le vogliamo fare nel 2014 e non spalmate in 7 anni”. “Già dentro l’esercizio del 2013 – ha aggiunto il presidente del Consiglio – speriamo che ci possa essere un segnale di defiscalizzazione che consenta alle imprese di assumere giovani perché ritengo che la vergogna di questo Paese oggi è quella di avere il 38% dei giovani che non studia e non lavora”.
E sulla condotta da tenere in Europa: “Non faremo più debiti – ha assicurato l’ex vicesegretario del Pd – ma senza una politica europea dei consumi e della crescita l’Europa rimane al palo. I tedeschi per primi lo devono capire”. “È chiaro a tutti che l’era della sola austerità non basta – ha rimarcato Enrico Letta – ma non vuol dire che si fa festa”. Non è chiaro, invece, cosa accadrà con l’Imu: “Esperti e parlamentari stanno lavorando – ha affermato il premier – ma non sono in condizione di anticipare nulla”. Altrettanto vago sull’Iva: “Ci sono varie ipotesi in campo – ha riconosciuto Letta – ma dipende dalle coperture perché non stampiamo soldi e non ci sono soldi in più. Quindi bisogna togliere soldi da una parte – ha tagliato corto il capo del governo – per coprire queste scelte che si faranno”.