Napolitano: Ora riforme concordate, poi ognuno riprenderà la sua strada

Napolitano e Scalfari

 

E’ stato il fondatore del quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari, a coinvolgere oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un lungo faccia a faccia incardinato su ricordi e analisi della politica passata e presente. Una “cavalcata” sulla carriera del due volte capo dello Stato, invitato a esprimere il suo giudizio su figure nodali della sinistra repubblicana e su eventi entrati di diritto nelle pagine della storia nazionale.

L’intervista, trasmessa da Repubblica Tv, è durata circa un’ora e si è subito profilata come un’autobiografia infarcita di date e nomi altisonanti (da Andreatta a Berlinguer), fino alla chiusa dedicata a fatti di strettissima attualità politica. “Abbiamo vissuto un momento terribile in cui ci si domandava se l’Italia avrebbe avuto un governo nelle condizioni in cui era ed è tutt’ora il Paese – ha ricordato Napolitano a Scalfari – Abbiamo avuto elezioni di presidenti molto combattute, ma non si era mai avuto il senso dell’impotenza parlamentare e istituzionale che abbiamo avuto nei giorni precedenti alla mia rielezione. E allora – è tornato a spiegare l’inquilino del Colle – ho detto di sì  per senso delle istituzioni perché ho ritenuto che si trattasse di salvaguardare la continuità istituzionale”.

 

“Le riforme devono essere concordate nella maggior misura possibile – ha affermato il presidente della Repubblica – fermo restando che un’alleanza politica è sempre un’alleanza a termine, in modo particolare quando è un’alleanza eccezionale come quella attuale. Vedo serpeggiare la preoccupazione che questa alleanza possa durare troppo o addirittura all’infinito e francamente sono un po’ sbalordito – ha dichiarato Napolitano – Adesso il problema è di far vivere questo governo per un’esigenza minima di stabilità istituzionale e di sopravvivenza del Paese e poi – ha pronosticato il capo dello Stato – ognuno riprenderà la sua strada”.