Tra le varie letture dei risultati elettorali fornite ieri, quella del premier Enrico Letta ha suscitato grande interesse. “Il risultato va valutato nel complesso – ha spiegato il capo del governo – nel primo, nel secondo turno e quello siciliano. E’ un risultato che rafforza lo schema delle larghe intese e ci spinge a lavorare di più”.
Affermazioni tese a mantenere un rapporto sereno con la coalizione di centrodestra, uscita con “le ossa rotte” dai ballottaggi di ieri (il Pd ha guadagnato tutti i capoluoghi). “C’è molto da fare – ha continuato nella sua analisi il presidente del Consiglio – ma sono convinto che oggi siamo in condizione di lavorare bene per raggiungere i risultati che i cittadini aspettano”.
E a chi gli ha chiesto se vede nelle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi una potenziale minaccia per la tenuta dell’esecutivo: “Non ho alcuna paura per le conseguenze del processo Berlusconi – ha risposto Letta – Credo che la stabilità del governo sia strettamente legata alla realizzazione delle riforme economiche, sociali e istituzionali. Certo ci sono molti problemi – ha ammesso l’ex vice di Bersani – ma tutti collegati ai risultati”. Quanto all’astensionismo che ha “trattenuto” più di un italiano su due a casa: “E’ un segnale d’allarme – ha osservato Letta – Credo che bisogna fare tutti una riflessione”.