In casa Pdl è tempo di autocritica. Il severo giudizio consegnato ieri dagli elettori ha costretto il partito ad analizzare le cause della debacle e a prefigurare un piano di “recupero” utile a risalire la china. In attesa di conoscere la reazione di Silvio Berlusconi (il Cavaliere non ha ancora commentato il risultato dei ballottaggi di ieri), a farsi sentire sono stati “big” del calibro di Sandro Bondi, Daniela Santanchè e Fabrizio Cicchitto.
“I risultati elettorali del secondo turno confermano che quando vince il Pdl vince grazie al carisma e alle qualità politiche del presidente Silvio Berlusconi”. Ne è convinto il fedelissimo del Cavaliere, Sandro Bondi, che – dopo avere analizzato i deludenti risultati elettorali di ieri – non ha lesinato severe considerazioni sul suo partito. “Senza un confronto all’interno del Pdl – ha aggiunto – il nostro movimento non sarà mai in grado di produrre candidati vincenti perché dotati di una forza propria”.
Più o meno quanto sostenuto anche da Fabrizio Cicchitto: “A livello nazionale il Pdl continua ad essere trainato da Berlusconi – ha osservato l’ex capogruppo a Montecitorio – ma questo traino viene meno a livello locale perché siamo in ritardo sull’esigenza di costruire un partito democratico (sic!), radicato sul territorio”. “A mio avviso – ha continuato nel suo ragionamento Cicchitto – non c’è contraddizione tra una leadership carismatica e la costruzione di un partito forte, democratico, capace di discutere senza fratture e di scegliere i suoi dirigenti e i suoi candidati. Se non facciamo questo salto di qualità – ha avvertito il pidiellino – vivremo sempre questa dicotomia tra un partito che nella politica nazionale è concorrenziale e spesso vincente, e un partito locale che va in difficoltà o perde”.
Più articolata la versione di Daniela Santanchè: “Non siamo stati in grado di avere una classe dirigente convincente – ha spiegato ieri la pasionaria, ospite dello speciale del Tg3 – Abbiamo avuto candidati dei sindaci uscenti che poi abbiamo scoperto che non sono stati apprezzati dai cittadini, quindi dobbiamo fare delle riflessioni al nostro interno e capire cosa non funziona”. “Il problema non è Berlusconi – ha aggiunto la Santanchè – ma è che non abbiamo altri Berlusconi”. “Abbiamo perso anche perché ha perso chi doveva andare a votare – ha notato la pidiellina – Marino, con tutto il rispetto, sarà sindaco con il 20% dei voti, lo ha votato un romano su 5″.
E ancora: “Al nord – ha sottolineato la pasdaran del Cavaliere – abbiamo perso perché avevamo alleata la Lega che prendeva tra il 20 e il 30% e invece oggi (ieri, ndr) in alcune città come Brescia e Treviso non ha avuto quel potere di trascinamento. E poi abbiamo perso perché la gente è stufa della politica – ha tagliato corto la pidiellina – perché questo governo ancora non ha avuto un’azione da governo e perché la crisi economica morde”.