Governo in panne su Iva e Imu

Senato - informativa su consiglio europeo

 

Non ci sono risorse: è questa l’amara constatazione che il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha consegnato ieri nel corso del question time ai senatori italiani. Il prossimo 1 luglio l’Iva aumenterà di un punto percentuale e i partiti incalzano il governo per scongiurare il rovinoso “salasso”. Ma le speranze sarebbero legate a un filo sottilissimo che il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha già spezzato. “Fra 16 giorni, senza che il governo faccia nulla, visto che è stato un provvedimento già deciso dal precedente esecutivo – ha spiegato ieri a Porta a porta – noi avremo l’Iva aumentata di un punto dal 21 al 22%. Lo ho già detto nella mia assemblea più difficile, quella della Confcommercio (dove ha incassato una valanga di fischi, ndr), e lo dico ora. In questo momento – ha tagliato corto il ministro – soldi per evitare l’aumento dell’Iva nel bilancio dello Stato non ce ne sono”.

Più possibilista si è mostrato, invece, il collega Saccomanni che, pur ribadendo le grandi difficoltà del momento, si è congedato dai parlamentari con un “stiamo studiando tutte le possibilità“. Uno “spiraglio” che potrebbe risultare ancora più nefasto, visto che la possibilità che l’Iva e l’Imu vengano “congelate” appare sempre più inverosimile. E se in casa del Pd le reazioni sono ancora più che caute, tra i pidiellini serpeggia già un montante fastidio. A farsene portavoce è stato l’esuberante Renato Brunetta, irritato dalle dichiarazioni rilasciate dal ministro Zanonato.

“Con l’ennesima uscita del ministro Zanonato, fuori dalla linea del governo, che sulla rinuncia all’aumento dell’Iva si è impegnato e ha ottenuto la fiducia – ha affermato il capogruppo del Pdl alla Camera – continua il balletto di dichiarazioni spesso contraddittorie, sicuramente generatrici di incertezza”.  “Non possiamo più sopportare un tale stato confusionale, in un momento delicato per l’economia del nostro Paese – ha tagliato corto Brunetta – A questo punto, l’unico che può riportare ordine è il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Ne va della dignità dell’intero esecutivo”. E forse anche della tenuta delle “larghe intese”.