I Diari della Crisi – Spagna, il salto all’Università, con o senza borsa di studio

estudiantesPauIl mese di giugno non viene da solo: oltre a farsi accompagnare dal sole e dalle lunghe giornate, porta con sé anche le serate di studio e i nervi pre-esami; non solo per gli studenti italiani che devono affrontare la “maturità”, ma anche per quegli spagnoli che alla fine dell’ultimo anno del liceo devono passare la “PAU” (Prova d’Accesso all’Università): una prova a cui occorre presentarsi, nonché passare, per accedere alla Laurea desiderata. Le prove si realizzano lungo tutto il mese ma in date diverse a seconda della regione: essendo le Asturie e Madrid le prime a realizzarle in pratica, mentre tanto in Extremadura come in Ceuta e Melilla (città- autonome spagnole site nel Nord-Africa) cominciano oggi.

Tre giorni di tensione, in cui lo studente può scegliere se fare soltanto gli esami generali (in cui al massimo prenderebbe 10), oppure se affrontare una seconda parte composta da prove più specifiche che permetterebbero di raggiungere l’ambito 14: il voto massimo con cui accedere facilmente a tutte le Lauree a numero chiuso.

A prescindere della città piuttosto che della regione, i nervi e le preoccupazioni non cambiano. Quest’anno, però, non sono soltanto i risultati a preoccupare gli studenti e le loro famiglie, dato che ogni anno più del 90% passa le prove con risultati più che positivi, bensì il “dopo”. Siccome sono state tolte gran parte delle borse di studio (i tagli le hanno massacrate), che rappresentavano per tante famiglie l’unico modo possibile per poter mandare i figli all’università, le opportunità di continuare il percorso formativo si sono ridotte parecchio facendo sì che ragazzi con un’età complessiva tra i 17 e 19 anni si trovino a pensare a trovarsi un lavoro per dare una mano in casa e così pagarsi gli studi. Una vera impresa, se prendiamo in considerazione il momento economico che stiamo vivendo, e che le tasse sono aumentate.

D’altra parte, sempre a seconda della nuova Legge sull’Istruzione (la Wert), i giorni della PAU potrebbero stare per finire, dato che qualora si mettesse in pratica a pieno, saranno le università a decidere le prove che considerino più giuste e appropriate da superare. Una misura che potrebbe rendere ancora più caotico il sistema educativo, ma che faranno dell’acceso allo studio non tanto un diritto quanto una ricompensa, sia al merito, sia al denaro.