I giorni che precedono il prossimo Consiglio dei ministri (previsto per mercoledì) si caricano di nuove tensioni. Al centro delle discussioni, l’aumento dell’Iva che dovrebbe scattare dal prossimo 1 luglio. Un’eventualità inaccettabile per il Pdl che col suo segretario (nonché vicepremier) ha ieri inviato un pesante ultimatum al governo.
“Il destino del governo è legato al programma, se non lo realizza non va avanti”: sono queste le lapidarie parole scandite ieri da Angelino Alfano, in collegamento telefonico col Festival del Lavoro di Fiuggi. Parole con le quali il ministro dell’Interno ha sostanzialmente voluto ricordare a Enrico Letta che la sopravvivenza dell’esecutivo è inevitabilmente subordinata agli interventi su Imu e Iva.
L’uscita di Alfano ha suscitato reazioni stizzite negli “alleati”: “Adesso siamo arrivati alla perfezione del diktat al governo pronunciati da esponenti che del governo fanno parte – ha osservato caustico il ministro Dario Franceschini – Evidentemente lanciano ultimatum a se stessi. Tra tutte queste parole – ha rincarato il democratico – noi continuiamo a lavorare per reperire le risorse possibili per affrontare, la prossima settimana, i temi dell’aumento dell’Iva e del lavoro per i giovani”.
A dargli man forte il viceministro all’Economia, Stefano Fassina: “Nessuno nel governo vuole aumentare le tasse – ha dichiarato – Oltre a ricordare gli obiettivi condivisi, il vicepremier contribuisca a trovare le soluzioni. O cerca di scaricare sul piano programmatico del governo le tensioni accumulate da Berlusconi sul versante giudiziario?”. Botta e risposta che disegnano un quadro di montante nervosismo nel quale il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha scelto per il momento di non intervenire.
Ma la questione Iva necessita di una tempestiva soluzione: se il dicastero guidato da Fabrizio Saccomanni non dovesse reperire le risorse necessarie, l’imposta aumenterà già dal prossimo 1 luglio. Per questo i tecnici dell’Economia starebbero tentando il tutto per tutto confidando nella possibilità di rinviare il più possibile il temuto incremento. Concedendo così un po’ di ossigeno al già affannato governo.