Oltre 100 mila persone hanno partecipato ieri alla grande manifestazione organizzata a Roma dalle tre principali sigle sindacali. Due cortei distinti (partiti da piazza Esedra e da piazzale dei Partigiani) si sono ritrovati in piazza San Giovanni dove hanno ascoltato gli interventi di Susanna Camusso (Cgil), Raffale Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil).
“Lavoro è democrazia”: è questo lo slogan scelto dai tre maggiori sindacati italiani che si sono riuniti ieri (dopo 10 anni) in piazza a Roma per mantenere viva l’attenzione sul dramma occupazionale del Paese. La manifestazione, che ha attratto un numero importante di lavoratori e pensionati, si è risolta in un pressante monito al governo, invitato a intervenire con misure tempestive ed efficaci.
“Non vanno bene gli annunci se non si traducono in scelte che diano il senso del cambiamento – ha messo in chiaro la leader della Cgil, Susanna Camusso – Noi vogliamo salvare il Paese, ma c’è bisogno di un cambio di passo perché quanto fatto in questi mesi non ci accontenta. Servono risposte rapide – ha rimarcato la sindacalista – una su tutte: la restituzione fiscale per i lavoratori e i pensionati”.
“Il governo Letta deve fare proposte – ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni – Vedo che è attraversato da discussioni al suo interno, noi diciamo basta ai bizantinismi. Abbia coraggio e si raccordi con lavoratori e pensionati. Indichi una strada coraggiosa al Paese che perisce mentre la classe dirigente si perde in chiacchiere. Il governo dimezzi le tasse – ha suggerito Bonanni – e inasprisca le pene sull’evasione fiscale“.
Critico anche l’intervento del numero uno della Uil, Luigi Angeletti: “Il pacchetto lavoro che il governo si accinge a mettere in campo – ha detto – da quanto emerso finora, non sembra gran cosa, così non serve a niente. Non mi sembra che sia una cosa che possa avere uno straccio di efficacia, ma l’ennesima fuga dalla realtà”. “Invece di pensare a chi staccherà la spina del governo, tra Pdl e Pd, se non si saranno alternative – ha avvertito il sindacalista – saranno i cortei dei disoccupati a staccare la spina”.