In un’intervista concessa al settimanale La Discussione (in uscita domani), Silvio Berlusconi ha rinnovato il suo attestato di lealtà al governo Letta, subordinandolo però ad alcuni punti considerati imprescindibili. E in un passaggio particolarmente “intimo”, ha ricordato le parole profetiche della madre.
“E’ vero, la gente sta male, e dai politici non accetta più di sentirsi dire ‘faremo questo, faremo quello’, ma vuole fatti concreti, e li vuole subito”. E’ quanto ha dichiarato il presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, in un’intervista rilasciata al settimanale La Discussione. “Serve un’azione concreta di rilancio dell’economia – ha spiegato l’ex premier – Questo deve essere il primo obiettivo del governo. Un governo che noi sosteniamo lealmente e continueremo a sostenere – ha assicurato il Cavaliere – se varerà i provvedimenti indicati nei nostri accordi: via l’Imu sulla prima casa, no all’aumento dell’Iva, tassazione zero sulle assunzioni dei giovani e dei disoccupati”.
Accordi che il governo Letta ha finora rispettato, con rinvii e temporeggiamenti che potrebbero, però, creare “scossoni” nell’immediato futuro. Ma nell’intervista concessa al settimanale, Berlusconi ha dato spazio anche ai ricordi personali: “Mia madre disse: ‘Silvio ti faranno del male, tenteranno di farti molto male. Ma se senti il dovere di farlo, non saresti il figlio che ho creduto di aver cresciuto, se non trovassi il coraggio di farlo'”.
“Con la sua previsione – ha osservato il leader del Pdl – ci aveva preso in pieno, come sempre. Ma non poteva immaginare che l’invidia e l’odio sarebbero arrivati fino al punto di volermi far fuori sul piano patrimoniale, sul piano dei diritti politici e su quello della libertà personale. Se ancora resisto, come resisterò – ha concluso Berlusconi – lo devo anche a mia madre e ai suoi insegnamenti“.
Intanto ieri il sostituto procuratore di Cassazione, Pasquale Fimiani, ha formalizzato le sue conclusioni sul cosiddetto “Lodo Mondadori” rigettando il ricorso presentato da Fininvest. il Cavaliere dovrà, dunque, risarcire la famiglia De Benedetti, ma con una cifra minore rispetto a quella indicata dai giudici in appello.
