Stasera (alle ore 21.10 su Italia 2 come sempre) giunge il momento di assistere alla sesta e ultima puntata di ‘Brat Camp’, docu-reality che ha visto otto ragazzi problematici cimentarsi – durante tre settimane – con una vita ben distante da quella cui sono abituati: una vita fatta di stenti e difficoltà in un accampamento in montagna, a Valtorta (nella provincia di Bergamo).
Il gruppo è stato costretto a rispettare le regole imposte dai tutor (di per sé assai difficile, d’altra parte, considerando la problematicità dei ragazzi), a dormire nelle tende e – quindi – a vivere senza privilegi e senza comodità, affrontando prove di sopravvivenza e svolgendo diverse attività nella natura (attività cui i giovani erano tutt’altro che abituati): dal trekking all’equitazione, dal guado di fiumi al free-climbing, dalla pulizia delle stalle alla mungitura degli animali. Ma non solo ‘attività all’aria aperta’: i ragazzi hanno dovuto assistere i più deboli, lavorando in una casa di riposo.
Insomma, i ragazzi hanno effettuato un percorso di crescita, come ha evidenziato la stessa psicologa che ha seguito i ragazzi. Queste le parole di Susanna Fusari Imperatori, che ha fatto un bilancio conclusivo dell’esperienza al campo: “Fin dall’inizio ho cercato di individuare e puntare sulle risorse che i ragazzi avevano già a disposizione. L’obiettivo era quello di offrire loro maggiore consapevolezza delle loro capacità. In molti, infatti, avevano una rappresentazione di se stessi completamente diversa da quella che percepivano le persone intorno a loro. Credo che alcuni ragazzi, più di altri, ce l’abbiano fatta e sono certa che porteranno a casa un’esperienza costruttiva. Tra tutti Nicolò, Valentina ed Alexa. Il tempo a disposizione non è stato molto e loro tre sono stati velocissimi nel mostrare cambiamenti importanti”.