“Molti si chiedono: chi c’è dietro Civati? Io vedo molti davanti”. Nel discorso di chiusura di Politicamp, la tre giorni organizzata a Reggio Emilia per lanciare la sua candidatura alla segreteria del Pd, Pippo Civati ha scelto di parlare chiaro. E di sottolineare l’importanza di ripartire lontano dai tatticismi che sembrano “avvelenare” il Pd. “Dietro la mia candidatura non ci sono nomi altisonanti, non ci sono correnti, non ci sono dirigenti”, ha rimarcato il giovane democratico, che ha preso le distanze da “piccioni” e “pitonesse”.
“Io lancio un manifesto contro il tatticismo e contro le cose che in questi giorni ci impegnano moltissimo – ha dichiarato Civati – Oggi ho letto che Renzi e D’Alema hanno litigato e mi chiedo se sia ancora una notizia. Mi chiedo se possiamo ridurre la Santanchè a ‘pitonessa’, mentre nessuno ricorda che è fascista”. “Capisco che tra piccioni e pitonesse abbiamo poco tempo – ha rincarato il deputato del Pd – ma l’anno prossimo ci sono le elezioni europee e io le vorrei vincere”.
E nel suo discorso, il pacatissimo Civati ha scomodato una parola particolarmente forte come “vendetta”: “Ci vendicheremo, in modo democratico, di alcune cose nei prossimi mesi – ha annunciato – vendicheremo l’autorevolezza e la credibilità di Stefano Rodotà e Romano Prodi; vendicheremo le timidezze di questi anni, che sono state la premessa al governo delle larghe e delle lunghe intese, lunghe perché vengono da lontano”.
“Vendicheremo le sensibilità di chi pensa che gli F-35 si devono ridimensionare – ha continuato il “dissidente” del Pd – vendicheremo Pompei: siamo alleati con Bondi, lo terremo occupato e intanto noi salveremo Pompei. Dobbiamo vendicare Taranto inquinata e dobbiamo vendicare, soprattutto – ha scandito Civati – le aspettative deluse delle persone”.
“Io mi candido a segretario del Pd per ricostruire il centrosinistra – ha messo in chiaro il democratico – E’ un compito storico, appassionante, ci si potrebbe anche divertire, se noi rivendicassimo, per esempio, la presenza di Sel. Riportiamoli con noi”. Ma il disegno dell’aspirante segretario del Pd prevede anche altro: “Ripartiamo dal popolo delle primarie, da chi si è mobilitato per l’acqua pubblica, da chi ha raccolto le firme per cambiare il ‘Porcellum’ – ha dichiarato Pippo Civati – Ripartiamo da quelli che hanno fatto politica fuori dalle stanze e dalle consorterie e dal popolo di ‘Se non ora, quando?’. Questa grande energia – ha spiegato il giovane piddino – bisogna portarla al governo del Paese”.