Appesa definitivamente la toga al chiodo, Antonio Ingroia organizza il suo rientro nell’agone politico nazionale. Dopo il flop elettorale di febbraio, il leader di Azione Civile (fu Rivoluzione Civile) ha convocato oggi una conferenza stampa alla Camera per denunciare l’intenzione, di buona parte delle forze parlamentari, di spianare la strada alle riforme costituzionali. Un disegno che, nell’analisi di Ingroia, può essere accostato al progetto della P2 elaborato decenni fa da Licio Gelli.
“C’è un progetto di riforma costituzionale per trasformare la nostra Repubblica in Repubblica presidenziale con l’azzeramento dei poteri di controllo. Il presidente diventerà un uomo solo al comando e noi a questo ci vogliamo opporre”. E’ quanto ha dichiarato oggi un preoccupato Antonio Ingroia, intervenendo a gamba tesa sul dibattito che riguarda le riforme della Carta costituzionale.
“Quel che è più grave – ha rincarato l’ex pm – è che questo sta avvenendo attraverso un escamotage: la modifica dell’articolo 138 della Costituzione. Lo vogliono cambiare in fretta e furia, ne stanno parlando al Senato, presto se ne parlerà alla Camera, poi il Parlamento chiuderà i battenti e gli italiani al mare non se ne accorgeranno. Io chiedo a tutte le forze politiche che dicono di avere a cuore l’ascolto dei cittadini – ha continuato il leader di Azione Civile – di organizzare delle primarie per sentire cosa ne pensano gli elettori”.
“Qui l’obiettivo grosso – ha rimarcato Ingroia – è quello di concentrare i poteri nelle mani dell’esecutivo, di sminuire i poteri del Parlamento e degli organi di controllo come la magistratura. Insomma, è il progetto piduista di Licio Gelli che si prepara a trasformarsi in Costituzione italiana. Ci ha provato per vent’anni Silvio Berlusconi, che non ci è riuscito grazie all’opposizione di tanti italiani, ma per un triste paradosso – ha osservato l’ex togato – questo progetto rischia di realizzarsi proprio adesso che abbiamo al governo e alla presidenza della Repubblica due uomini di centrosinistra”.