Ottimismo o bluff? Difficile stabilire con nettezza se dietro le parole, assai rilassate, consegnate ieri notte da Silvio Berlusconi ad alcuni giornalisti che lo hanno intercettato all’uscita di un ristorante romano, ci sia la capacità dell’ex premier di dissimulare ansia e preoccupazione o la sincera convinzione che il verdetto della Cassazione sul processo Mediaset preveda per lui un happy end.
Di certo, il presidente del Pdl, che ieri – come è noto – ha convocato i suoi a Palazzo Grazioli per “sminare” il terreno su cui poggia il governo Letta, ha rimarcato l’intenzione di anteporre gli intessi dell’Italia a qualsiasi vicenda personale. “Nell’attuale situazione del Paese – ha dichiarato il Cavaliere – ci mancherebbe altro che non avessimo un governo che lavora”. “L’input che io ho dato e sto dando in maniera molto chiara – ha spiegato Berlusconi – è quello di concentrarsi sull’interesse del Paese e rendere questa alleanza con la sinistra qualcosa di storico o, addirittura, di epocale, dopo anni di guerra fredda”.
E sulla vicenda Mediaset, che ha fatto saltare gli equilibri delle maggiori forze politiche del Paese: “Io sono sereno – ha dichiarato l’ex premier – non conoscevo neppure la vicenda, ma leggendo le carte, credo che non ci possa essere che una mia assoluzione piena“. “Ma se dovesse essere condannato, cosa succederà?”, gli ha inevitabilmente chiesto una cronista, ottenendo in risposta un: “Non sono solito esercitare la mia mente su fatti che ritengo non probabili”.