Rimanere in Europa si può, ma i nostri rapporti con i partner (soprattutto con la Germania) devono essere ridisegnati. E’ questo, in sintesi, il messaggio che Beppe Grillo ha consegnato ieri nel suo post “domenicale”, in cui è tornato a parlare di eurobond.
“Il pellegrinaggio ossequioso, subito dopo il loro insediamento, dei nostri primi ministri, come Rigor Montis e Capitan Findus Letta, presso la Merkel (e persino del voglioso ebetino di Firenze, che non vanta alcuna credenziale se non quella di aver vinto alla Ruota della Fortuna) – ha scritto ieri sul suo blog il “megafono” del M5S – ricordano la ricerca della benedizione papale dei grandi feudatari del medio evo. In ginocchio, baciando il sacro anello”.
Uno smaccato atto di sottomissione di cui – è il giudizio dell’ex comico – non si può andare fieri. “E’ necessaria una mediazione, un confronto alla pari, per uscire dall’attuale impasse – ha continuato Grillo – non la continua genuflessione dei nostri politici. Nell’euro, a queste condizioni, non possiamo più restare, se vogliamo mantenere in piedi il nostro sistema produttivo. O si creano gli eurobond, titoli pubblici garantiti dalla Bce per suddividere il rischio Paese su tutta l’area euro – ha spiegato il blogger – o si ristruttura il nostro debito pubblico“.
“Entrambe queste ipotesi – ha puntualizzato Grillo nel suo intervento – sono viste dalla Germania, che possiede una gran parte dei nostri titoli pubblici, come l’orticaria, ma tertium non datur, non vedo altre possibilità per rimanere nell’euro. Non possiamo morire per Berlino, né fare la fine della Grecia – ha concluso il “garante” dei 5 Stelle – per accontentare gli interessi tedeschi e le ambizioni dei nostri politici”.