Faccia a faccia con il premier britannico, David Cameron, Enrico Letta ha tentato ieri di “scacciare” (almeno per un po’) le preoccupazioni italiane dalla sua mente.
“Con Cameron condividiamo il bisogno di un’Europa più flessibile“, ha dichiarato il presidente del Consiglio nel corso della conferenza stampa seguita al bilaterale a Downing Street. “Dobbiamo essere a conoscenza dell’importanza di ridurre il gap che esiste tra i cittadini europei e le istituzioni“, ha aggiunto Enrico Letta, che ha marcato l’accento sull’esigenza (condivisa dal primo ministro inglese) di insistere sulle riforme e sulle politiche a favore dell’occupazione.
“Il mercato unico è un pilastro dell’Unione europea, condiviso dai 27 Paesi – ha osservato il premier – Con Cameron non condividiamo la moneta unica, ma il mercato unico e dobbiamo lavorare insieme per il mercato unico”. E sulla possibilità che l’Inghilterra possa uscire definitivamente dall’Ue (i cittadini esprimeranno il loro parre attraverso un referendum): “Senza la Gran Bretagna, la Ue sarebbe peggiore – ha tagliato corto Letta – sarebbe più debole, meno liberale, meno innovativa, meno favorevole all’apertura dei mercati e meno protagonista a livello globale”.
Ma le “grane” di casa nostra hanno raggiunto Enrico Letta anche a Londra, dove è stato inevitabilmente interpellato da alcuni cronisti sulle vicende che, in questi giorni, stanno mettendo in grande fibrillazione il suo governo (dal caso kazako a quello Calderoli, senza dimenticare la sentenza sul processo Mediaset che potrebbe condannare Silvio Berlusconi in via definitiva). “Il governo andrà avanti, sono convinto che supereremo questi ostacoli”, ha replicato convinto Enrico Letta. Ma a fargli cambiare idea potrebbe essere già l’incontro, convocato questa mattina a Palazzo Chigi con la maggioranza, per discutere di Imu e Iva.