Bertinotti-Napolitano: scambio di lettere sul “governo blindato”

Napolitano e Bertinotti

 

Di Fausto Bertinotti si erano perse le tracce (politiche) molto tempo fa. L’ex segretario di Rifondazione comunista, arrivato a sedersi sullo scranno più alto di Montecitorio nel 2006, è stato un protagonista assoluto del caleidoscopico universo “di sinistra”, che ha animato per anni con un eloquio avvolgente e una formazione robusta.

Dopo anni di silenzio – dal 2008, quando venne “deposto” dalla presidenza della Camera – ha deciso ieri di “battere un colpo” consegnando al Corriere della Sera una lettera indirizzata a Giorgio Napolitano. Un’epistola severa, nella quale l’ex segretario del Prc ha scomodato formule ultimative: “Signor Presidente, Lei non può – ha esordito Bertinotti – Lei non può congelare d’autorità una delle possibili soluzioni al problema del governo del Paese, quella in atto, come se fosse l’unica possibile, come se fosse prescritta da una volontà superiore o come se fosse oggettivata dalla realtà storica”.

“Lei non può perché altrimenti – ha sottolineato l’ex presidente della Camera – la democrazia verrebbe sospesa. Lei non può trasformare una Sua, e di altri, previsione sui processi economici in un impedimento alla libera dialettica democratica. I processi economici, in democrazia, dovrebbero poter essere influenzati dalla politica, dunque – ha spiegato Bertinotti – dovrebbero essere variabili dipendenti, non indipendenti. Lei non può, perché altrimenti la democrazia sarebbe sospesa”. 

“C’è nella realtà politico istituzionale del Paese una schizofrenia pericolosa – ha rincarato l’ex sindacalista “rosso” nella lettera pubblicata ieri sul Corriere della Sera – da un lato si cantano le lodi della Costituzione Repubblicana, dall’altro, essa viene divorata ogni giorno dalla costituzione materiale. La prima innalza il Parlamento ad un ruolo centrale nella nostra democrazia rappresentativa, la seconda – ha continuato Bertinotti – assolutizza la governabilità fino a renderlo da essa dipendente. Quando gli chiede di sostenere il governo perché la sua caduta porterebbe a danni irreparabili, Ella – ha ammonito l’ex segretario del Prc – contribuisce alla costruzione dell’edificio oligarchico promosso da questa costituzione materiale”.

Un intervento muscolare, quello di Bertinotti, che ha sostanzialmente rimproverato al capo dello Stato il suo eccessivo “tifo” per il governo in carica. La risposta del Quirinale (ancora una volta affidata alle colonne del Corriere della Sera) non ha tardato ad arrivare: Non posso certo ‘congelare’ né ‘blindare’ un governo ancor fresco di nomina”, ha replicato Napolitano.Il Parlamento è libero, in ogni momento, di votare la sfiducia al governo Letta. Ma il presidente – ha evidenziato – ha il dovere di mettere in guardia il Paese e le forze politiche rispetto ai rischi e contraccolpi assai gravi, in primo luogo sotto il profilo economico e sociale, che un’ulteriore destabilizzazione e incertezza del quadro politico-istituzionale comporterebbe per l’Italia”.