I Diari della Crisi, Spagna – “Siamo umani, siamo umani”

25 Luglio. Festività di Santiago, Patrono della Capitale della Galicia. Quest’anno, però non c’è stato motivo motivo per festeggiare: niente concerti, niente ballate stradali, niente. Un ricordo amaro, e triste, rimarrà per sempre nella memoria di tutti i galleghi, nonché di tutti gli spagnoli: 79 persone hanno infatti perso la vita e tante altre sono risultate ferite a causa del deragliamento dell’Alvia, il treno d’alta velocità che unisce Santiago de Compostela e Madrid. Sbaglio umano oppure un errore meccanico? Mancanza di controlli di sicurezza o cattive condizioni dei binari?

È stato il macchinista, Francisco José Garzón, a chiarire la situazione ieri sera dopo aver testimoniato davanti al giudice per più di due ore: errore umano. L’uomo causa del più grave incidente ferroviario degli ultimi quattro decenni, in cui hanno perso la vita 79 persone, non andrà in prigione grazie alla sincerità nel riconoscere la propria distrazione. Però, comunque sia, una punizione l’avrà: dovrà apparire settimanalmente in tribunale e vedrà revocata la licenza per sei mesi, fino a febbraio 2014. Inoltre è stato privato del suo passaporto per la stessa durata.

Una deposizione che era iniziata alle sette del pomeriggio al Palazzo di Giustizia di Santiago, durante la quale il conducente ha ammesso la responsabilità dell’incidente. Ha riconosciuto che andava a 190 chilometri all’ora nella curva d’Angrois, un tratto limitato a 80, per “una svista” e che è stato il motivo del deragliamento. Ha evitato, d’altra parte, di lamentarsi delle condizioni della strada o dello stato del treno, secondo fonti giudiziarie. Dopo la spiegazione l’avvocato del Pubblico Ministero, Antonio Roma, evitandogli di andare in galera, ha stabilito alla mezzanotte di ieri davanti all’Alta Corte di Giustizia della Galizia la seguente accusa: “79 omicidi e una pluralità di lesioni per imprudenza”. Sarebbe valida, quindi, l’ipotesi fatta dalla Polizia dal primo momento.

Tutte queste accuse erano basate sulla chiamata che il conducente aveva fatto prima di raggiungere il punto della tragedia: “Vado a 190 e il limite è 80″. Mentre secondi dopo l’incidente e quando ancora non sapeva dell’esistenza di vittime, continuava a dire: “Siamo umani, siamo umani”, “poveri viaggiatori” e “spero che non ci siano morti perché cadranno sulla mia coscienza”. Dal momento dell’incidente, la tesi dell’errore umano si è fatta strada negli uffici governativi, che non hanno atteso di conoscere il contenuto della “scatola nera” (in cui si registrano tutti i movimenti della macchina). Per tutto il weekend, la scatola nera era rimasta in custodia della polizia in attesa di un giudice che chiedesse l’acceso ai contenuti.

L’incidente, oltre ad essere una delle maggiori tragedie degli ultimi anni, mette in difficoltà la rete dell’AVE, cioè dei treni ad alta velocità spagnoli (sui cui binari andava questo Alvia). Questo avvenimento potrebbe portare a conseguenze molto negative per l’economia nazionale che ha sempre visto nell’Ave una possibilità economica importante dato che paesi come il Brasile, la Russia o gli Stati Uniti e il Kazakhstan sarebbero interessati ad impiantarlo anche sui loro territori.

Intanto restiamo in attesa della sentenza definitiva che ci farà conoscere chi dovrà farsi carico delle tante perdite,  umane quanto materiali.