Pd: Congresso e primarie ancora in stand by

Epifani

 

“La montagna ha partorito il topolino”: basterebbe questo commento, consegnato ieri da un “renziano” a conclusione della Direzione del Pd convocata in serata a Roma, per comprendere come  i nodi da sciogliere, nei pressi di via del Nazareno, siano rimasti tali.

E per comprendere come le parole pronunciate dai “vertici” democratici non abbiano convinto tutti. Anzi. L’unica data ufficiale che il segretario Guglielmo Epifani ha confermato ieri all’assise è stata quella relativa alla prossima Assemblea nazionale che si svolgerà il 20 e 21 settembre. In quell’occasione si dovrebbe finalmente risolvere il rebus del  Congresso, con l’indicazione delle regole e della data definitiva.

Silenzio assoluto, invece, sulle primarie, alle quali Epifani non ha fatto il minimo accenno. Suscitando, come prevedibile, l’ira di Renzi e dei suoi supporter, che in serata hanno, però, ottenuto l’indicazione ufficiosa di Marina Sereni, che ha annunciato che le consultazioni interne si svolgeranno il prossimo 24 novembre. Ma a tingere di “giallo” le malferme strategie organizzative dei democratici è arrivata una nota, diffusa poco dopo dal partito, in cui è stata smentita l’anticipazione della Marini.

Sia come sia, nel suo intervento di ieri sera, il “traghettatore” Epifani non ha mancato di fare esplicito riferimento all’accadimento che ha “terremotato” la politica nazionale: la condanna di Silvio Berlusconi, riconoscendo (ancora una volta) la forte dipendenza dalle mosse del centrodestra. “Abbiamo aspettato la sentenza senza speculazioni di parte – ha detto il segretario del Pd – Abbiamo detto poi con onestà tutte le cose che andavano dette: le sentenze si rispettano e si applicano”.

“Il centrodestra si trova a un bivio – ha continuato Epifani – concorrere a un obiettivo di cambiamento o far prevalere logiche e interessi di parte. E’ una questione su cui il Paese non ammette esitazioni”. Quanto al governo“Deve procedere senza logoramenti e fibrillazioni per compiere scelte più efficaci – ha spiegato Epifani – Per noi quelle da affrontare in autunno sono su temi precisi: scuola, investimenti produttivi, ammortizzatori sociali, esodati, riforma del patto di Stabilità dei Comuni”.

A intervenire è stato anche il premier Enrico Letta, che è tornato a “blindare” il suo governo. “I primi segnali di ripresa ci sono – ha esordito – ma sono segnali timidi che hanno bisogno di politiche determinate”. “Sento una responsabilità forte sulle mie spalle – ha ammesso il presidente del Consiglio – Non mi farò distrarre, dobbiamo tornare all’agibilità politica, ma se viene meno l’unità del Pd in questo momento di sfilacciamento – ha osservato Letta – il sistema rischia di venire giù”.