La scissione all’interno del Carroccio appare sempre più evidente e inizia a delineare “crepature” che potrebbero causarne l’irrimediabile rottura. Da una parte la nuova Lega 2.0 trainata da Roberto Maroni, impegnato a veicolare un’immagine meno “folcloristica” del movimento; dall’altra il leader “azzoppato” Umberto Bossi, che continua a sedurre la base con interventi politicamente “virili”.
“Meno male che qui in Valtrompia ci sono ancora le armi – ha scandito il Senatur in uno dei suoi ultimi comizi in provincia di Brescia – Un giorno serviranno“. Parole incendiarie, scomodate per bocciare senza appello la proposta del governo di abolire le Province.
Non basta: nel cuore della Brianza, in quell’Arcore fatalmente legata alle “gesta” di Silvio Berlusconi, il presidente della Lega è intervenuto, a modo suo, sul “caso Kyenge“.“Dicono che è la solita Lega razzista, ma è tutto il Paese che ne ha pieni i coglioni del ministro Kyenge”, è sbottato Umberto Bossi. “Io sono contrarissimo agli insulti, si può ragionare – ha aggiunto – ma bisogna anche dire la verità”.
E sul finale, l’ex capo dei lumbard ha posto una nuova ipoteca sullo ius soli sponsorizzato dal ministro dell’Integrazione: “Ho chiesto in Aula al ministro Alfano se era vero che il governo vuole cambiare la Bossi-Fini – ha dichiarato il Senatur – E lui mi ha detto: ‘Sono io il ministro dell’Interno, Cecile Kyenge può dire quello che vuole, ma io non ho alcuna intenzione di toccare quella legge'”.