Chiuso nella sua villa di Arcore, Silvio Berlusconi starebbe trascorrendo giornate poco serene, in spasmodica attesa dell’intervento del capo dello Stato sulla sua “agibilità politica”. A invocarla con forza sono stati molti pidiellini (tra tutti i due capigruppo Schifani e Brunetta), ma a favorire la “svolta” potrebbe essere l’uomo che da sempre mantiene saldi i rapporti tra il partito del Cavaliere e il Quirinale: Gianni Letta.
Stando ai rumors raccolti, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio potrebbe raggiungere presto Giorgio Napolitano nella sua tenuta estiva di Castelporziano per discutere con lui del post-sentenza. Secondo i beninformati, Letta zio sarebbe atteso già per domani quando, facendo leva su tutte le sue capacità diplomatiche e persuasive, tenterà di vincere la ritrosia del capo dello Stato sulla concessione di un “salvacondotto” a Berlusconi.
Le previsioni per il Cavaliere sarebbero, infatti, tutt’altro che confortanti. Dopo aver sentito le ragioni dell’una e dell’altra parte politica (Pdl e Pd) e dopo aver interpellato i tecnici giuridici del Quirinale, Napolitano si sarebbe, infatti, persuaso che la via della “grazia” per il presidente del Pdl sarebbe impercorribile. Non solo: il presidente della Repubblica avrebbe lungamente meditato sull’inopportunità di ingaggiare una sorta di braccio di ferro con la magistratura, misconoscendo il verdetto emesso dalla Cassazione, e sarebbe dunque orientato a indicare l’unica soluzione possibile: quella di accettare, una volta e per tutte, la sentenza consegnata dal collegio presieduto dal giudice Antonio Esposito. Il “verdetto quirinalizio” potrebbe giungere a giorni (forse già domani), sotto forma di una nota ufficiale che il presidente del Pdl e i suoi sodali (“falchi”, “colombe”, “pitonesse” e “amazzoni”) attendono con febbrile ansia.