Che la seduta di ieri alla Camera sarebbe stata particolarmente infuocata era stato ampiamente annunciato. La convocazione formale disposta da Laura Boldrini in persona per “incardinare” il decreto legge sul femminicidio che passerà adesso al vaglio delle Commissioni competenti aveva insolentito non poco alcuni “cittadini” 5 Stelle come Roberto Fico e Luigi Di Maio (che della Camera è, tra l’altro, uno dei vicepresidenti), fermi nello stigmatizzare il gesto “mediatico” della presidente che avrebbe – a loro dire – fatto credere agli italiani che il Parlamento tornava mirabilmente a lavorare in piena estate.
Una sorta di inganno, che ha spinto il M5S a partecipare alla seduta di ieri con un atteggiamento particolarmente polemico nei confronti della Boldrini. E non solo loro. A puntare il dito contro la presidente di Montecitorio è stata anche la Lega, che ha accusato la “vendoliana” che siede sullo scranno più alto della Camera di eccesso di protagonismo.
E c’è anche chi, come l’onorevole leghista Gianluca Buonanno, ha scomodato il capolavoro di Alessandro Manzoni: “Dalla sue parole la presidente mi ricorda donna Prassede – ha detto – una che pensava di avere il monopolio del bene e poi le cose stavano diversamente”. “Sappiamo che lei non sa esprimersi senza offendere“, è stata la replica della Boldrini, alla quale l’esponente del Carroccio ha controreplicato: “Non è un’offesa, si legga I Promessi Sposi“.
Ma il “botta e risposta” più serrato è stato quello che la presidente della Camera ha “ingaggiato” con il Movimento 5 Stelle. A far impennare la temperatura l’intervento del “grillino” Walter Rizzetto, che ai 104 parlamentari presenti in Aula ha fatto notare: “La seduta odierna costa agli italiani tra i 150 e i 200 mila euro. Noi avremmo preferito donarli a qualche centro di assistenza”.
Un’osservazione che ha fatto “sbottare” Laura Boldrini: “Ma lei ha capito che è un obbligo essere qui? – ha detto rivolgendosi a Rizzetto – La Costituzione ce lo chiede, cosa parla di sprechi? Questo è un esercizio democratico”.