Nel suo pepatissimo intervento pubblicato ieri sul blog, Beppe Grillo non poteva non partire dal discorso pronunciato da Bettino Craxi in Parlamento nel ’92. Il discorso in cui il leader dei socialisti, fiaccato dalle indagini di Tangentopoli, ammonì i parlamentari presenti in Aula ricordando che le sue “colpe” non erano poi così diverse dalle loro.
A 20 giorni di distanza dalla sentenza che ha definitivamente riconosciuto la colpevolezza di Silvio Berlusconi, l’animatore del Movimento 5 Stelle si è improvvisato “suggeritore” del Cavaliere scrivendo per lui le parole che potrebbe far tuonare negli emicicli parlamentari, in un ultimo drammatico intervento.
“Cari, carissimi (quanto mi siete costati) parlamentari, se oggi sono qui è per mandarvi a fanculo – è l’esordio del post di Grillo – Certo, non è un linguaggio che mi appartiene, io, abituato alle cene eleganti, però esprime dal cuore quello che penso di voi”.
“Se io sono un delinquente, voi siete i servi di questo delinquente, i suoi soci in affari, i suoi dipendenti – ha rincarato il genovese – Mi rivolgo soprattutto ai banchi della sinistra che mi è stata vicina in tutti questi anni con l’approvazione delle leggi vergogna, dell’indulto, dello Scudo Fiscale. Quanti bei ricordi assieme. E la scorpacciata del Monte dei Paschi? – ha incalzato Grillo – Indimenticabile. E ora vi voltate dall’altra parte, compreso Enrico Letta che spese parole di miele per me invitando a votarmi al posto del M5S”.
“Se io sono colpevole – ha continuato il “suggeritore” del Cavaliere – voi siete colpevoli di avermi tollerato, coperto, aiutato in ogni modo sapendo perfettamente chi ero. Non mi sono mai nascosto, al contrario di voi. Finocchiaro, D’Alema, Violante – ha affondato il blogger – dove siete? Non potete lasciarmi solo”.
“Siamo legati come gemelli dalla nascita – ha rimarcato sul finale Beppe Grillo – E ora mi lasciate solo, ai domiciliari o ai servizi sociali per una semplice frode fiscale? A fanculo, dovete andare. Io non sono certo peggio di voi. I padroni, anche i più ributtanti – si legge nella chiusa – sono sempre migliori dei loro servi!”.