Per leggere l’intervista integrale bisognerà aspettare il prossimo numero del settimanale Tempi (in edicola il 5 settembre), ma ampi stralci della conversazione che Silvio Berlusconi ha concesso ieri al direttore della testata, Luigi Amicone, sono già visionabili sul sito del quotidiano o su quello del Pdl.
Il ritratto che ne è venuto fuori è quello di un leader affatto sconfortato. E fermo nelle convinzioni che lo hanno accompagnato per anni: “Siamo all’epilogo di quella guerra dei vent’anni che i magistrati di sinistra hanno condotto contro di me – ha spiegato il Cavaliere – considerato l’ostacolo da eliminare per garantire alla sinistra la presa definitiva del potere”.
E sulla sempre più probabile caduta del governo Letta: “Diranno che è colpa mia se i ministri del Pdl valuteranno le dimissioni davanti al massacro giudiziario del loro leader eletto da milioni di italiani – ha dichiarato Berlusconi – Ma io mi domando: se due uomini sono in barca e uno dei due butta l’altro a mare, di chi è la colpa se poi la barca sbanda?”.
Per il suo futuro politico, il presidente del Pdl non sembra, del resto, nutrire grandi timori. Anzi: “Possono farmi tutto – ha detto – ma non possono togliermi tre cose. Non possono togliermi il diritto di parola sulla scena pubblica e civile italiana. Non possono togliermi il diritto di animare e guidare il movimento politico che ho fondato. Non possono togliermi il diritto di essere ancora il riferimento per milioni di italiani, finché questi cittadini – ha precisato l’ex premier – liberamente lo vorranno”.
E sulle cose da fare per scongiurare l’irrimediabile deriva recessiva: “Occorre uno choc economico positivo – ha spiegato Berlusconi – e tutti sanno che la strada maestra è quella di lasciare più soldi nelle mani di famiglie, imprese e lavoratori attraverso consistenti riduzioni fiscali. Ecco perché l’abolizione dell’Imu su prima casa e agricoltura – ha continuato il Cavaliere – è un primo passo decisivo per ridare slancio all’economia. O nei prossimi 50 giorni il governo è in grado di dare una scossa in positivo che possa essere percepita da tutti gli italiani – ha messo in guardia Berlusconi – oppure saremo ancora inchiodati a una tendenza recessiva”.
Interpellato, infine, sulla paventata “linea dinastica” che porterebbe la sua primogenita a guidare Forza Italia 2.0: “Marina è stata una leonessa nelle sue uscite pubbliche di questi mesi – ha rivendicato l’ex premier – Il suo valore di persona, di imprenditrice, di donna, di cittadina, è sotto gli occhi di tutti. Le ho dato alcuni consigli con amore e, credo, con lungimiranza e sono assolutamente sicuro – ha dichiarato il Cavaliere – che non scenderà in campo al mio posto”.