Sulle capacità intrattenitrici di Matteo Renzi non occorre dilungarsi troppo. Il sindaco di Firenze ha abbondantemente dimostrato di saper “sedurre” le folle con performance a metà strada tra la politica e il cabaret. E’ successo anche ieri a Genova quando, al cospetto della nutrita platea di supporter riunitasi per la festa nazionale del Pd, l’ex “rottamatore” ha finalmente rotto gli indugi sulla sua candidatura alla segreteria del partito. Tra battute di spirito e freddure.
“Guidare il Pd? Io un pensierino ce lo sto facendo – ha confessato Renzi – Sono disponibile, ma poi decidono gli elettori. Il punto non è quello che faccio da grande – ha precisato – ma quello che facciamo insieme per un partito che non sbagli più il calcio di rigore a porta vuota e torni a vincere”. Poi la precisazione, suonata come un monito a chi, tra i democratici, propende a “chiudere”: “Io voglio il voto degli italiani liberi – ha spiegato il primo cittadino di Firenze – e non delle correnti o dei renziani“. “Del resto – ha ironizzato subito dopo il democratico – a chi si definisce ‘renziano’ io suggerisco un Tso”.
E se dovesse conquistare la segreteria del Pd (“trampolino di lancio” per approdare a Palazzo Chigi), Matteo Renzi saprebbe cosa fare. “Occorre una rivoluzione radicale“, ha scandito l’ex “rottamatore”, che ha auspicato un turn over anche per gli esperti di economia. Quanto agli errori del passato: “Se avessimo pensato meno a smacchiare il giaguaro – ha mandato a dire a Pierluigi Bersani – e più a fare proposte sul lavoro, sugli asili nido, sui disoccupati, avremmo vinto le elezioni. E al governo – ha rincarato il primo cittadino di Firenze – ci staremmo noi senza Alfano, Brunetta e Schifani”.
E dopo aver incalzato anche l’attuale segretario del Pd, Guglielmo Epifani, invitato a sciogliere presto il nodo sulla data e le regole del congresso, Matteo Renzi non ha rinunciato a dire la sua sul “caso Berlusconi”. “Basta parlare di lui, è vent’anni che lo facciamo”, si è lamentato il democratico. “Contestare una condanna per via definitiva – ha tagliato corto Renzi – significa contestare le istituzioni“.