Decadenza Berlusconi: Violante e Marini spaccano il Pd

Luciano Violante

 

La dirigenza del Pd si è impegnata dalla sera del primo agosto (data della condanna in via definitiva di Silvio Berlusconi) a salmodiare che le sentenze si rispettano e vanno applicate. Nessuna mano tesa al leader del Pdl, che deve rassegnarsi a lasciare lo scranno di Palazzo Madama e prepararsi a scontare la pena (residua) di un anno comminatagli dalla Corte di Cassazione.

Ma non tutti, all’interno del Pd, la pensano allo stesso modo. Nel coro più o meno compatto dei democratici che hanno sbarrato la porta a qualsiasi forma di collaborazione col Pdl sul “caso Berlusconi”, a farsi sentire è stata la voce di Luciano Violante“Non saremmo un partito davvero democratico – è stato l’adagio dell’ex presidente della Camera – se non consentissimo a tutti, anche al nostro avversario, di difendersi“. 

La tesi di Violante è che la spinosa questione della decadenza di Silvio Berlusconi, che verrà presto affrontata dalla Giunta per le Elezioni del Senato, merita di essere “attenzionata” in profondità. E merita un lasso di tempo più dilatato rispetto a quello più volte prospettato dal presidente della stessa Giunta, Dario Stefàno. In pratica, è la convinzione di Violante, Berlusconi dovrebbe essere messo nella condizione di difendersi serenamente al cospetto dei membri della Giunta. Che, per questo, non dovrebbero ostentare atteggiamenti pregiudiziali sulla sua possibile decadenza da senatore. 

La voce di Violante era finora rimasta isolata nel suo partito, ma a dargli man forte è intervenuto ieri Franco Marini“Violante è stato chiamato a chiarirsi dinanzi a parlamentari e dirigenti del Pd di Torino – ha scritto in una nota il mancato capo dello Stato – per aver sostenuto con ricchezza di argomenti che la Giunta per le Elezioni e le Immunità parlamentari deve consentire pienezza di svolgimento delle prerogative della difesa, qualunque sia il parlamentare sottoposto alla sua decisione”

“Ritengo questa posizione corretta ed utile – ha sottolineato Marini – soprattutto se ripenso alla selva di dichiarazioni rilasciate da tanti, anche membri della Giunta, a partire dal momento della sentenza della Cassazione su Berlusconi. Non ci debbono essere dubbi di sorta – ha marcato sul finale l’ex presidente del Senato – sulla correttezza e lo spirito di giustizia di questo organismo”.