Se Franceschini tifa Renzi

REnzi e Franceschini

 

Quella di non rimanere graniticamente fermi nelle proprie convinzioni è, senz’altro, una virtù. Che però, trasferita in politica, rischia di suonare come qualcosa di meno nobile. O, per lo meno, di più sospetto. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, non è mai stato un grande fan di Matteo Renzi. Anzi: ai tempi della “rottamazione”, il dirigente democratico ha più volte stigmatizzato le posizioni del rampante collega di partito, intenzionato a “pensionare” forzosamente il ghota del Pd.

Qualcosa deve essere, però, maturato in lui perché ieri, dal palco della festa nazionale di Genova, Franceschini ha spiazzato tutti affermando: “Sono pronto a votare Renzi.  “Matteo ieri ha dichiarato qui sul palco della Festa democratica, in maniera più esplicita, la sua intenzione di candidarsi a segretario del Pd – ha esordito il ministro – Se guardiamo la storia del Pd e delle formazioni di centrosinistra che lo hanno preceduto, queste sono state tutte caratterizzate da continue ferite dovute a divisioni interne. Oggi queste lacerazioni vanno evitate – ha auspicato Franceschini – attraverso un percorso civile e sereno al prossimo congresso”.

“Quando ha vinto Bersani le primarie – ha continuato nel suo rewind politico il democratico – l’ho sostenuto anche nei momenti più difficili, sebbene mi fossi candidato a segretario. Quando in una squadra ci sono dei talenti, questi vanno utilizzati tutti. Matteo è sicuramente un talento – ha riconosciuto Franceschini – lui ha intercettato la domanda di cambiamento che è forte nel Paese. Se lavorerà per migliorare il Pd e non per dividerlo – è stata l’inedita conclusione del ministro – io sono pronto a votare Renzi”.