Di Nichi Vendola, in quest’estate rimasta ostaggio della condanna di Silvio Berlusconi, si erano un po’ perse le tracce. Il leader di Sel si è ri-palesato ieri a Genova, alla festa nazionale del Pd, dove ha rimarcato il suo scarso entusiasmo per il governo delle “larghe intese” e auspicato un cambiamento all’insegna della giustizia sociale.
“Sono il più fedele ed il più incazzato tra gli alleati del Pd”, ha scandito senza filtri il governatore della Puglia. “Il più fedele perché abbiamo sempre considerato il popolo democratico fondamentale per cambiare l’Italia – ha spiegato – il più incazzato perché le larghe intese sono un incubo e una palude”.
“Dopo il decreto Imu – ha osservato il leader di Sel – la natura del governo Letta è cambiata diventando un governo Letta-Berlusconi. Per questo auspico che questo governo cada quanto prima e venga sostituito da una nuova maggioranza che cancelli il Porcellum e riporti il Paese alle urne”. Parole che sembrano spianare la strada a una nuova intesa politica col Pd e magari a un nuovo governo: “Possiamo starci – ha affermato Vendola – a condizione che sia il governo del cambiamento, che assuma il tema della povertà come la questione principale che oggi è sulle spalle del Paese”.
Inevitabile un commento sul “tormentone” agostano: “Trovo insopportabile l’idea che dopo 20 anni – ha denunciato il presidente dei pugliesi – siamo ancora inchiodati a parlare delle vicende giudiziarie di Berlusconi. In Italia vige uno stato di diritto e il principio di uguaglianza impone che il cittadino Silvio Berlusconi paghi per i propri reati”. “Non abbiamo la bava alla bocca – ha precisato Vendola – non vogliamo l’umiliazione di Berlusconi, semplicemente noi difendiamo il principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”.
E sui tanti protagonisti del Pd che consegnano l’immagine di un partito eternamente percorso da conflitti e dualismi: “Sono conquistato dalla finezza intellettuale di Gianni Cuperlo – ha affermato Nichi Vendola – e sono convinto che Fabrizio Barca sia stato il miglior ministro dello sciagurato governo Monti”. Ma è sul “golden boy” Matteo Renzi che il leader di Sel si è intrattenuto di più: “Se dovesse vincere lui , che problema c’è? – ha osservato il pugliese – Io ho combattuto in lui soprattutto la propensione ad assumere il liberismo come immagine di modernità però vedo che Matteo, che è un politico puro ed è una persona intelligente – ha sottolineato Vendola – sta ragionando sul proprio vocabolario e sul proprio programma”.