Decadenza Berlusconi: in Giunta è guerra sui tempi

Giunta per le Elezioni

 

Il “sereno” che sembrava aver scansato via le nubi ha ceduto nuovamente il posto a minacciosi nembostrati. Che potrebbero abbattersi presto su quell’aula del cortile di Sant’Ivo alla Sapienza di Roma diventata da qualche giorno il punto nevralgico della politica nazionale. L’ufficio di presidenza della Giunta per le Elezioni convocata ieri per calendarizzare le prossime sedute non ha raggiunto alcun risultato, fuorché quello di esasperare nuovamente le tensioni tra i componenti della Giunta stessa.

“Il pomo della discordia” è rappresentato dai tempi. O più precisamente dall’individuazione di una data condivisa per la votazione finale della relazione presentata da Andrea Augello che – lo ricordiamo – ha chiesto che il senatore Silvio Berlusconi rimanga candidabile. Il partito del Cavaliere vorrebbe che all’analisi delle carte venisse destinata la giusta attenzione e ha chiesto per questo di rinviare il voto almeno di una settimana (forse due). Richiesta irricevibile per il M5S che vorrebbe, invece, votare al più presto.

E il Pd? Anche i democratici hanno chiuso la porta alla richiesta di dilazione del Pdl proponendo, piuttosto, di votare nella prima metà della prossima settimana. Nella confusione generale, il senatore del Psi, Enrico Buemi ha ieri (ben)pensato di abbandonare la riunione dell’ufficio di presidenza in segno di protesta contro l'”intransigenza” palesata da Pd e M5S: “È inutile mettere ancora stress – avrebbe affermato – Che differenza c’è a votare lunedì o giovedì? Quello che mi preoccupa sono le sorti del governo”. Appunto.

La riunione plenaria convocata oggi alle ore 15,00 non si preannuncia affatto facile. Il rebus sui tempi utili a votare la relazione finale (che, con ogni probabilità, verrà bocciata) potrebbe sclerotizzare ulteriormente le tensioni tra le parti politiche, riverberandosi inevitabilmente anche al di fuori della saletta di Sant’Ivo alla Sapienza. Come è del resto già accaduto. Ieri il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non ha mancato di puntare nuovamente l’indice contro la “rigidità” ostentata dai democratici: “Stanno trattando la questione della decadenza come se fosse la finale di Coppa del Mondo – ha dichiarato il vicepremier – come se dovessero alzare una macabra coppa”.

Mentre l’aspirante segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite ieri del programma televisivo Porta a Porta, ha preferito ricorrere al gergo dei videogamesIl punto vero è che in qualsiasi altro Paese, quando un leader politico viene condannato con sentenza passata in giudicato – ha spiegato il sindaco di Firenze – la partita è finita, game over“.