Uscito dalle stanze di comando, Umberto Bossi continua a mantenere un rapporto solido con molti militanti della Lega. “C’è tanta gente che viene a casa mia – ha raccontato in un’intervista concessa oggi al quotidiano La Stampa – Vengono a chiedermi aiuto, posti di lavoro. Per molti sono rimasto l’ultima possibilità. La mia gente non mi ha mai deluso“.
A differenza del suo ex “pupillo”, Roberto Maroni, al quale il Senatur ha destinato l’ennesima bocciatura politica: “Vuole fare la macro-regione – ha detto il presidente del Carroccio – ma non andrà da nessuna parte. Doveva fare una catena umana da Torino a Venezia: allora sì che avrebbe fatto tutte le macro-regioni che voleva. Era un modo per parlare con la gente. Le cose non si possono fare a tavolino – ha spiegato Umberto Bossi – ci vuole il contatto diretto con i cittadini, bisogna scaldare gli animi”.
Da qui l’ipotesi di proporsi nuovamente alla guida del partito: “A meno che non riescano a trovare un candidato di mediazione”, ha precisato il lumbard. Che ha espresso grande solidarietà nei confronti del suo ex “alleato di ferro”, Silvio Berlusconi: “L’ho sentito due settimane fa – ha detto Bossi – Ha dentro una grande rabbia. E’ il primo contribuente italiano e l’hanno condannato per non aver pagato le tasse. È assurdo. Berlusconi è stato perseguitato, ma la gente, nella sua semplicità – ha sottolineato l’ex leader della Lega – l’ha capito”.
“La gente i voti glieli darà comunque, non crede più ai giudici – ha tagliato corto Umberto Bossi – Col carattere che ha, Silvio combatterà fino alla fine“. “Uno come lui – ha concluso in un trionfale paradosso il Senatur – è capace di candidarsi anche non candidandosi”.