Low Winter Sun. La nuova serie che ci farà sentire in colpa

E’ un tiepido sole invernale quello che illumina la Detroit malinconica e violenta di Low Winter Sun, la nuova produzione made in AMC che torna a scuotere gli animi degli appassionati di serie TV americane.  Orfani (temporanei) dei grandi titoli trasmessi dalla stessa rete nella prima parte del 2013 (The Walking Dead, Breaking Bad, Mad Men, solo per citare i più seguiti), i malati di intrattenimento seriale saranno sicuramente soddisfatti da quella che, sin dalle prime immagini di questo pilot, sembra possedere tutti i connotati per affermarsi come una tra le migliori droghe televisive della stagione autunnale. Il primo episodio di Low Winter Sun è andato in onda in America nei primi giorni di Agosto, dove ha riscosso un discreto successo di ascolti, preparando il pubblico ad e altri 9 appuntamenti che completeranno la prima stagione. La formula sembra dunque impostata sul binomio poche puntate (10 per la prima stagione) ma lunghe (42 minuti circa). Per l’intera produzione sono stati stanziati 7.5 milioni di dollari dallo stato del Michigan (grazie a particolari incentivi per le produzioni cinematografiche), consistente aiuto per i produttori  che hanno previsto una spesa totale di 26 milioni.

Ma andiamo con ordine e partiamo dal trailer ufficiale dove sin da subito si colgono i punti di forza dell’intera stagione: uno strano omicidio, due poliziotti coinvolti, ed un’indagine interna che sconvolge la tranquillità della Omicidi di Detroit. Ma il centro narrativo di questa preview, rappresentato da un bellissimo dialogo tra i due protagonisti, è lo scontro tra la morale e la sua perversione, tra la vendetta ed il senso di colpa.  Due uomini di legge, che hanno evidentemente commesso qualcosa di irreparabile, devono combattere esteriormente per depistare i sospetti dei colleghi, ed interiormente per gestire la consapevolezza delle proprie azioni.

Ed è dunque con questo carico di tensione e curiosità che i pubblicitari della AMC conducono lo spettatore al tanto atteso pilot. Il dialogo tra il bene ed il male preparato nel trailer avviene nel bagno di uno squallido pub dove Frank Agnew(Mark Strong di Zero Dark Thirty) – poliziotto distrutto dal dolore per qualcosa di cui non è dato sapere – ed il suo collega Joe Geddus (Lenny James di The Walking Dead e Jericho) si preparano ad uccidere il loro collega, un poliziotto corrotto che li aspetta ormai totalmente ubriaco al bancone del bar. Ed è così che dopo l’omicidio i due decidono di inscenare il suicidio del collega ammanettandolo alla macchina che, una volta acceso il motore ed inserita la marcia, lo condurrà tra le acque del porto.

Tornati sconvolti sul posto di lavoro, i due dovranno affrontare un investigatore degli Internal Affairs (un mefitico David Costabile già famoso per le sue interpretazioni in Damages e Breaking Bad) che sta svolgendo proprio in quei giorni un’indagine sull’appena defunto poliziotto, accusato di far parte di un giro di corruzione. Alle vicende dei due detectives si lega, ancora in modo non del tutto chiaro, quelle di una giovane coppia di criminali attivi nel giro della droga e della ricettazione che tentano di crearsi spazio in un giro già monopolizzato dal potente boss greco Skelos.

Il personaggio che meglio rappresenta la tensione drammatica ed il dubbio è sicuramente Frank Agnew (Good man. Cop. Killer). Apparentemente integgerimo tutore dell’ordine, in eterna sofferenza per la scomparsa della donna che ama, Agnew è in realtà un uomo distrutto dalla rabbia e dalla debolezza che però non riesce a smettere di lottare in un mondo che evidentemente fa di tutto per andargli contro. Convinto da Geddus a sbarazzarsi del collega corrotto (colpevole ai suoi occhi della scomparsa dell’amata) Agnew si accorge di essere la pedina di un gioco dai contorni sfuggevoli, dove pezzi della polizia, piccoli criminali e boss della malavita fanno affari tra loro. Armi, droga, vendetta e tormento sembrano insomma essere gli elementi costanti di questa nuova fotografia dell’America contemporanea, un inferno in eterna minaccia di crisi in cui, come nella vita dei suoi protagonisti, non si riesce più a distinguere la rettitudine dalla perdizione.