Lodo Mondadori: la Cassazione respinge ricorso. Berlusconi sborserà 494 milioni

Berlusconi e De Benedetti

 

Quella di ieri è stata un’altra giornata da segnare sul “calendario nero” di Silvio Berlusconi. L’ex premier, che sta studiando le mosse da mettere in atto per evitare la sua decadenza dallo status di senatore, ha dovuto fare i conti con una nuova “batosta giudiziaria”, quella che ha posto la parola fine al processo ventennale contro il suo avversario imprenditoriale numero uno, Carlo De Benedetti.

La Cassazione ha, infatti, ieri respinto il ricorso presentato dalla Fininvest sul “Lodo Mondadori”. Il verdetto emesso dai giudici della Corte Suprema non ha ammesso speranze per il Cavaliere, che dovrà risarcire la Cir di De Benedetti con la cifra stellare di 494 milioni di euro (erano 560 prima). L’epilogo più nefasto per il senatore in odor di decadenza, che – stando alla verità processuale accertata dalla Cassazione – dal 1988 tentò di scalare la Mondadori di De Benedetti con mezzi illeciti.

Per centrare il suo obiettivo (l’acquisizione della Mondadori appunto), Berlusconi ha dato vita a un sistema corruttivo – oliato dall’allora avvocato Fininvest, Cesare Previti – che “agganciò” il giudice Vittorio Metta (anch’egli condannato), il quale si espresse a favore del Biscione nella cosiddetta “guerra di Segrate”. In pratica, dietro il pagamento di generose tangenti al togato, la Fininvest di Berlusconi riuscì a strappare la casa editrice dalle mani di De Benedetti che deteneva, fino a quel momento, il pacchetto azionario di maggioranza.

Nella cosiddetta ‘guerra di Segrate’ – hanno appurato i giudici della Cassazione – la Fininvest ha scelto di percorrere il sentiero dell’inganno e si è soprattutto attestata sulla soglia della corruzione del giudice Metta, al fine di ottenere una sentenza ingiustamente favorevole ai propri interessi”.  

Prendo atto con soddisfazione che dopo più di 20 anni – ha commentato ieri il diretto interessato, Carlo De Benedetti – viene definitivamente acclarata la gravità dello scippo che la Cir subì a seguito della accertata corruzione di un giudice da parte della Fininvest di Berlusconi, il quale, a quel tempo, era ancora ben lontano dall’impegnarsi in politica”.

Di tutt’altro tenore, la reazione dell’attuale presidente della Mondadori e figlia del Cavaliere, Marina Berlusconi: “Questa sentenza non è giustizia, è un altro schiaffo alla giustizia – ha scritto in una nota – Rappresenta la conferma di un accanimento sempre più evidente e la cui gravità lascia sgomenti”. “Tutto ciò è compatibile con la democrazia? – ha aggiunto la primogenita di Berlusconi – Davvero si può far finta di niente di fronte ad una simile anomalia? Sappiamo meglio di tanti altri che le sentenze si devono rispettare, lo abbiamo dimostrato nei fatti eseguendo alla lettera quanto stabilito dai primi due gradi di giudizio. Però le sentenze ingiuste – ha concluso la presidente della Mondadori – non solo si possono, si devono criticare”.