Alla Camera ieri si è discusso, con grande fatica, di omofobia dividendosi su una proposta di legge che ha esasperato il clima. Da qui la richiesta di alcuni deputati di optare per l’ennesimo rinvio utile ad oliare la trattativa tra le varie forze politiche. Una richiesta rigettata con forza dal M5S che ha chiesto di dibattere sul testo all’interno dell’Aula, denunciando apertamente i negoziati che, a dire dei “pentastellati”, si consumano troppo spesso nei corridoi e nelle sedi non istituzionali.
“Questa è la casa della buona politica – ha tuonato il deputato Riccardo Nuti facendo riferimento all’emiciclo di Montecitorio – Non si può rinviare permettendo che qualcuno si accordi nella totale oscurità”. Gli ha replicato a stretto giro la presidente della Camera, Laura Boldrini: “Onorevole Nuti, l’Assemblea ha deciso – ha detto – e nella casa della buona politica è l’assemblea che decide”.
In realtà i deputati presenti in Aula non avevano ancora votato sulla richiesta di rinviare la discussione del provvedimento alle ore 16,00. Da qui la piccata puntualizzazione del “cittadino” 5 Stelle, Cristian Iannuzzi, arrivata subito dopo il sì dell’Aula alla proposta di rinvio. “Se lei dà la parola a un deputato a favore e uno contro su una votazione, e poi interviene dopo il deputato ed esprime una sua opinione – ha fatto notare il “pentastellato” alla Boldrini – lei sta influenzando l’Aula. Visto che il suo ruolo dovrebbe essere super partes, la pregheremmo di astenersi dall’esprimere la sua opinione e dal commentare la posizione di un deputato su una votazione. Se lei non si sente in grado di rappresentare quest’Aula in modo imparziale – ha concluso Iannuzzi – è meglio che si dimetta, così entrerà qualcuno che è forse un po’ più imparziale di lei”.
Lo “scontro” tra il M5S e la presidente della Camera ha scatenato le tifoserie parlamentari che si sono schierate compattamente a difesa della Boldrini. Ma a intervenire sulla polemica è stato anche Giorgio Napolitano. “Il presidente Napolitano ha espresso la più viva e piena solidarietà alla presidente Boldrini per la campagna di gravi e perfino turpi ingiurie e minacce condotta nei suoi confronti sulla rete – si legge in una nota diffusa ieri dal Quirinale – Si tratta di attacchi inammissibili, che non possono essere tollerati, ai principi della convivenza democratica e al rispetto dovuto alla dignità della persona”. “E’ essenziale che in questa fase la libera dialettica delle posizioni politiche si svolga nelle aule parlamentari in un clima di civile confronto e di scrupoloso rispetto dei regolamenti e delle funzioni di chi – si legge nella chiusa della nota del Colle – è chiamato a garantirne l’applicazione”.