Tutto secondo copione: la Giunta per le Elezioni del Senato incaricata di emettere il primo verdetto sulla possibilità che il senatore Silvio Berlusconi resti candidabile ha bocciato senza esitazione la relazione di Andrea Augello. Che è stato l’unico esponente del Pdl a rimanere in aula al momento della votazione finale.
I no alla proposta di convalida della eleggibilità del Cavaliere sono stati 15, i sì soltanto uno (quello di Augello appunto). A votare compattamente per la decadenza di Berlusconi il Pd, il M5S, Scelta Civica, Sel e Psi il cui rappresentante, Enrico Boemi, aveva tradito qualche perplessità nei giorni scorsi.
I senatori del Pdl, della Lega e di Gal hanno, invece, preferito abbandonare l’aula al momento della votazione finale (hanno partecipato però al voto sulle due questioni preliminari poste dalla relazione Augello) in segno di protesta contro l’atteggiamento – a loro giudizio – smaccatamente pregiudiziale degli altri membri della Giunta nei confronti della delicata questione presa in esame.
Cosa succede adesso? La bocciatura della relazione di Augello comporta la necessità di nominare un nuovo relatore che è stato già indicato nel presidente della Giunta, il “vendoliano” Dario Stefàno. Tra 10 giorni sarà possibile convocare una nuova udienza pubblica, nel corso della quale Silvio Berlusconi (o i suoi legali) potrà presentare una memoria difensiva. E poi? Le carte e le conclusioni dei membri della Giunta giungeranno nelle mani del presidente del Senato, Pietro Grasso, che dovrà calendarizzare la seduta – quella sì decisiva – in cui i senatori dovranno votare sulla decadenza del presidente del Pdl.