Giornata d’altri tempi, questa quarta della Serie A 2013/14. A partire dagli 0-0 da biscottone d’annata, come quello tra Genoa e Livorno o, ancora e ancor di più, tra Catania e Parma; o come il 7-0 dell’Inter in casa del Sassuolo (un risultato così privo di umiltè che i nerazzurri staranno grattandosi in vita della nemesi). Giornata d’altri tempi anche se pensiamo alla marcatura a uomo di Jorginho su Pirlo, con il brasiliano convocabile da Prandelli pronto a seguire il regista ex Milan financo negli spogliatoi (roba da Trap, di cui d’altra parte Mandorlini è degno allievo) o se guardiamo la vetta della classifica, con Napoli e Roma da sole al comando a punteggio pieno (i partenopei non fanno così paura dai tempi di Maradona e Careca, i giallorossi dai tempi di Capello in panchina). Insomma, sembra quasi un calcio d’altri tempi, non fosse per lo spezzatino cui noi diremmo volentieri di no (l’unico spezzatino che ci piace, è quello che fa la mamma).
Ma lasciamo la parola all’ormai classico (ed unico originale, in barba alle imitazioni che nemmeno con il Processo di Biscardi) Pagellone dell’Ignoranza, a cura della fanpage più amarcord dell’intera galassia Facebook, la pagina degli amici del Nicolone (che vi invitiamo caldamente a likare).
TOP – PEPITO ROSSI
Dopo anni passati nei college americani a fare da spalla a giocatori di football gonfi di steroidi di ogni tipo e marca che si bombavano cheerleader consezienti e non, Pepito approda in Italia dal lontano New Jersey, cercando il riscatto personale nella terra dei suoi nonni. Trova la nazionale, un ingaggio nella blasonata Liga spagnola, sembra andare tutto a gonfie vele ma, improvvisa come un pugno in area di rigore di Montero, arriva la cattiva sorte: doppio infortunio al ginocchio e retrocessione con il Villareal. Solo la Fiorentina scommette sul suo rientro. Pepito lavora sodo, sembra aver letto al contrario il manuale di Edmundo. Ora che è finalmente rientrato, sta giá ripagando Firenze e il suo meraviglioso affetto a suon di gol. La condizione crescerà, così come la fiducia in se stesso, e allora ne vedremo delle belle da Pepito e la sua Fiorentina. L’avventura è solo all’inizio ma pare che dopo Batigol, Mijatovic, Rui Costa, Chiesa e Toni, finalmente il popolo Viola abbia trovato il proprio nuovo re. Voto 8,5
FLOP – EUSEBIO DI FRANCESCO
Si presenta in panchina tremendamente conscio della diretta Sky e, al classico bivio tra la tuta in acetato della Legea e il completo grigio fumo alla allenatore professionale ma troppo teso per spendersi in abbinamenti fantasiosi, opta per una terza, inedita via. Manifestandosi con un look misto tra l’hipsteroide da prosecco e vernissage e il domatore di leoni, al grido di ”i quaranta sono i nuovi trenta”, ci propone un occhiale alla Filini, nero e spesso, visibile sin dal terzo anello, una combo camicia/cravattino sottile/gilet che sicuramente riciclerà stanotte al night, pantalone giusto e scarpa lavorata in punta, il tutto condito con passata di gel trasversale su un capello chiaramente uscito da un salone Aldo Coppola. Se appena un terzo del tempo che ha passato, assieme al suo arredatore d’interni di fiducia, alla costruzione di questa sua immagine da allenatore/peter pan, l’avesse dedicato a guardare in faccia i componenti della sua linea difensiva, probabilmente: 1) non si sarebbe presentato così sorridente e avido di primi piani, ma, soprattutto, 2) avrebbe rinunziato alla sua prima punta e avrebbe piazzato un secondo portiere sulla linea di porta a dar man forte a quel pellegrino di Pomini. Voto 4.