Grillo al governo: Non svendete Telecom. Letta. E’ azienda privata

Telecom Italia

 

La notizia trapelata già due notti fa è diventata ufficiale ieri mattina. La Telecom Italia passa alla spagnola Telefonica che potrebbe, già dal prossimo anno, acquisirne il controllo totale. Un altro pezzo dell’Italia industriale e competitiva, dunque, se ne va via, anticipando probabilmente di pochi giorni un’altra “cessione” eccellente: quella dell’Alitalia, che potrebbe presto (forse già domani) passare nelle mani dell’Air France-Klm.

La notizia ha creato non poco scompiglio e si è subito trasformata in un problema politico. Ad alzare la voce più di tutti è stato Beppe Grillo“L’Italia perde un altro pezzo, Telecom Italia – ha annotato ieri sul suo blog – Le telecomunicazioni diventano spagnole. Un disastro annunciato da un saccheggio continuato, pianificato e portato a termine con cinismo di quella che era tra le più potenti, innovative e floride società italiane”.

“La morte di Telecom Italia è iniziata con la sua cessione a debito ai capitani coraggiosi da parte di D’Alema nel 1999, allora presidente del Consiglio – ha denunciato l’animatore del M5S – Lui, il merchant banker di Palazzo Chigi, è il primo responsabile di questa catastrofe. Un’azienda senza problemi finanziari si ritrovò improvvisamente con più di 30 miliardi di euro di debito”. “Chi ha guadagnato dalla distruzione di Telecom e del suo grande indotto? – ha domandato il genovese – I consiglieri di amministrazione? Gli azionisti? I partiti? Per molti la Telecom è stato un grande affare, il migliore della loro vita”. 

 

Da qui la richiesta perentoria al governo guidato da Enrico Letta: Il danno che deriva all’Italia dalla perdita di Telecom Italia è immenso – ha rimarcato Beppe Grillo – Il governo deve intervenire per bloccare la vendita a Telefonica con l’acquisto della sua quota, è sufficiente dirottare parte dei miliardi di euro destinati alla Tav in Val di Susa che neppure il governo francese vuole più. Subito dopo – ha richiesto il “megafono” dei 5 Stelle – va avviata una commissione di inchiesta parlamentare per accertare le responsabilità e gli eventuali guadagni illeciti”.

A farsi sentire ieri è stato anche Massimo D’Alema, le cui presunte responsabilità sono state apertamente denunciate dal blogger ligure: “Non ho venduto nessuna azienda – si è difeso l’ex premier – Telecom era già privatizzata ed è stata acquistata con un’Opa sul mercato, come è naturale che accada in una economia di mercato”. “E’ del tutto ridicolo fare discendere le difficoltà e le decisioni odierne, sulle quali giustamente il Parlamento chiede chiarezza – ha aggiunto D’Alema – da una vicenda che risale ormai a quasi 15 anni fa e dopo la quale Telecom ha vissuto complesse e infinite vicissitudini”. 

Ed Enrico Letta? Il premier ha dovuto commentare la notizia del passaggio della Telecom Italia alla spagnola Telefonica da New York: “Voglio ricordare che Telecom è stata privatizzata e di tutte le privatizzazioni italiane non è stata uno dei più grandi successi”, ha subito sottolineato il capo del governo. Vigileremo perché ci sia massima attenzione ai profili occupazionali e agli aspetti strategici per l’Italia – ha assicurato – ma Telecom è una società privata e stiamo nel mercato europeo. Se arrivassero dei capitali europei, credo che aiuterebbero Telecom a essere migliore rispetto agli ultimi 15 anni”. Il presidente del Consiglio riferirà, comunque, sul “caso Telecom Italia” martedì prossimo alla Camera.