L’ultima del Pdl: dimissioni di massa, se decade Berlusconi

Silvio Berlusconi

 

E gli inviti alla distensione utili a garantire la stabilità del Paese? Stando agli ultimi eclatanti aggiornamenti politici, sarebbero caduti nel vuoto. Riuniti ieri sera nella sala della Regina di Montecitorio, i parlamentari del Pdl avrebbero maturato la più radicale delle decisioni: rassegnare in massa le loro dimissioni, in caso di decadenza di Silvio Berlusconi.

Una mossa che non ammetterebbe chance per il governo in carica e che costringerebbe il capo dello Stato a sciogliere le Camere. Ma sarà davvero così? Ieri i due capigruppo del partito, Renato Brunetta e Renato Schifani, avrebbero chiesto a tutti i presenti se sono disponibili a rassegnare le loro dimissioni, nel caso in cui la Giunta per le Elezioni del Senato, convocata per il prossimo 4 ottobre, dovesse confermare l’incandidabilità del Cavaliere. La standing ovation, sottolineata da un applauso scrosciante tributato al leader, avrebbe persuaso tutti del comune orientamento.

Nel corso dell’incontro, in cui Silvio Berlusconi avrebbe tradito commozione per l’affetto dimostratogli, il presidente della ri-nata Forza Italia sarebbe tornato su alcuni storici “cavalli di battaglia”. È in corso un’operazione eversiva che sovverte lo stato di diritto ad opera di magistratura democratica”, avrebbe detto ai suoi. “La sinistra tripudia perché pensa di aver aperto la strada verso il potere avendomi condannato – avrebbe aggiunto l’ex premier – Dal ’94 a oggi non sono cambiati, sono sempre gli stessi. Non si sono ancora ravveduti, la loro ideologia è criminale, sono invidiosi. Ma si illudono”. 

“Sono i giorni più brutti della mia vita – si sarebbe sfogato il leader del centrodestra – Essere stato buttato fuori per un’accusa così infamante. Sono 55 giorni che non dormo e ho perso 11 chili, uno per ogni anno di galera che mi vorrebbero far fare”. Una cronaca dolorosa, che non ha impedito, però, a Silvio Berlusconi di tornare a incitare i suoi: Forza Italia è il futuro – avrebbe ricordato il Cavaliere – Abbiamo di fronte a noi una battaglia dura, ma abbiamo il dovere di combattere per i nostri figli”. 

Tutti d’accordo dunque? Chissà. Tra i pidiellini interpellati dai cronisti all’uscita dalla riunione serale, Fabrizio Cicchitto è stato tra i più cauti: “Esamineremo il 4, e specialmente quando ci sarà la votazione del Senato – ha detto – e decideremo sul che fare. Potrà esserci anche l’ipotesi che, se Berlusconi verrà dichiarato decaduto, ci dichiareremo decaduti tutti quanti”. “I capigruppo ci hanno invitato a riflettere e di tempo per riflettere ce ne è ancora”, ha aggiunto il deputato del Pdl.

Ma non sono in pochi a pensare che l’ipotesi “dimissioni di massa” ventilata ieri dai parlamentari del Pdl sia solo un bluff.  Stando ai più maliziosi, infatti, ben pochi fedelissimi del Cavaliere sarebbero disposti a dimostrargli la loro vicinanza rinunciando allo scranno parlamentare, mentre la maggior parte dei senatori e dei deputati guarderebbe con ingovernabile preoccupazione alla possibilità di perdere tutti i benefit acquisiti (immunità compresa).

Per questo il presidente della Repubblica, prima di lanciarsi in dichiarazioni più o meno allarmate, avrebbe espresso il desiderio di comprendere fino in fondo le reali intenzioni dei pidiellini. Comprendere, insomma, se quello di Berlusconi sia stato l’ennesimo “fuoco d’artificio” o una credibile “dichiarazione di guerra” al governo delle larghe intese.